Lo sforzo per rottamarla sembra quasi la tela di Penelope: va avanti da mesi, ma i risultati non si vedono. E l'Obamacare, la riforma sanitaria fortemente voluta dall'ex presidente Obama, resta al suo posto. L'ultima a fare lo "scherzetto" a Trump è la senatrice repubblicana del Maine, Susan Collins: il suo "no" va ad aggiungersi a quello dei colleghi di partito Rand Paul (del Kentucky) e John McCain (dell’Arizona). Con 52 seggi su 100 in Senato, i repubblicani possono permettersi soltanto due defezioni, anche perché i democratici sono schierati compatti contro al proposta. Trump non si dà pace e accusa il senatore John McCain di aver cambiato "completamente rotta" sull’Obamacare.
"Agli americani che hanno un problema con il voto di McCain, posso dire che che John McCain era pronto a morire per questo Paese e può votare come vuole, a me non importa", ha detto il senatore il senatore epubblicano Lindsey Graham durante un dibattito sulla Cnn con l’altro firmatario della proposta di riforma della sanità per cancellare l’Obamacare, Bill Cassidy, e il senatore democratico Bernie Sanders. Anche Sanders ha difeso McCain, su Twitter, chiedendosi come qualcuno possa permettersi di attaccare un eroe americano.
La polemica si infiamma. Ad alimentarla è una stima fatta dal Cbo (Congressional budget office): l'ufficio parlamentare osserva che con il provvedimento messo a punto dai senatori repubblicani Lindsey Graham e Bill Cassidy, che prevede un taglio del deficit di bilancio pari a 133 miliardi di dollari, lascerebbe senza copertura assicurativa "milioni di persone". Intanto ieri sono state arrestati 181 manifestanti accorsi a Capitol Hill per difendere l’Obamacare.
Il presidente della commissione Finanze del Senato, Orrin Hatch, ha definito "improbabile" un voto sulla proposta della riforma Gop entro la settimana, come inizialmente previsto.
L’obiettivo dei repubblicani sarebbe quello di far approvare il disegno di legge entro il 30 settembre, data oltre la quale non sarebbero più in grado di avvalersi della regola speciale che consente di far passare la misura con 50 voti, anziché i 60 previsti per provvedimenti controversi come la riforma della Sanità.
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