In Oklahoma è in vigore da mercoledì una legge che vieta l'aborto in ogni circostanza dopo la fecondazione, guadagnandosi il primo posto come Stato con le normative più restrittive sull'interruzione volontaria della gravidanza negli Stati Uniti. Forte sostenitore pro-vita, il governatore repubblicano Kevin Stitt ha dichiarato di aver mantenuto la promessa fatta al popolo dell'Oklahoma, dichiarandosi orgoglioso di rendere il paese l'avanguardia del divieto d'aborto. "Dal momento in cui la vita inizia al concepimento abbiamo la responsabilità come essere umani di proteggere la vita di quel bambino e della madre" ha affermato, sostenendo che anche la maggioranza degli abitanti dell'Oklahoma condivide il suo pensiero. "Se altri Stati vogliono approvare leggi diverse è un loro diritto, ma noi siamo sempre schierati per la vita".
Il testo è ispirato alla legge approvata a settembre in Texas e decreta l'inizio di una caccia alle streghe che consente ai privati cittadini di avviare cause civili, con risarcimenti fino a 10mila dollari, contro persone sospettate di essere responsabili di aver praticato o aiutato, ma anche indotto "consapevolmente" interruzioni di gravidanza. Ma è sufficiente anche averne l'intenzione. In base alla norma quindi, l'aborto è proibito in ogni fase della gravidanza, tranne per emergenze mediche o se conseguenza di stupro, incesto e aggressione sessuale, solo se già denunciati alla polizia. Non sarà però possibile fare causa alle donne. Se non altro, la legge non prevede, nella definizione di aborto, "l'uso, la prescrizione, la fornitura o la vendita di pillole del giorno dopo, nè qualsiasi tipo di contraccezione o contraccezione d'emergenza". La legge è stata approvata con la maggioranza dell'Assemblea legislativa dello Stato, in mano ai repubblicani, che ha dato il via libera anche altre misure anti-aborto.
La flebile voce della minoranza democratica in opposizione ha accusato i repubblicani di incoerenza nel loro difendere la vita dei bambini. Il democratico Mickey Dollens ha affermato "Se sei ancora non nato, allora va bene, ma se hai bisogno di andare all'asilo, buona fortuna se sei nato in Oklahoma, buona fortuna se sei nei sistemi senza fondi dell'assistenza sociale o della scuola pubblica". La Corte Suprema e altri tribunali hanno affermato di non poter bloccare quei divieti anche se sono in contrasto con la Roe vs Wade.
La legge è stata approvata con 73 voti contro 16 dopo un dibattito acceso testimoniato dal Washington Post. Il rappresentante dello Stato dell'Oklahoma Jim Olsen ha affermato che "non esiste un principio più alto della protezione di una vita innocente. Non ci può essere una causa più alta che noi come corpo possiamo affrontare". Ma a rispondere c'è stata l'affermazione del rappresentante Monroe Nichols, che ha fatto notare che "c'è un'altra vita innocente a cui dovremmo anche pensare", cioè quella di una donna che ha il diritto di decidere sulla propria vita.
Nell'Oklahoma era già in vigore una legge che vietava l'aborto oltre la sesta settimana di gravidanza. Nonostante questo, il Paese accoglieva da mesi un gran numero di donne che dal Texas si rifugiano lì per abortire.
L'organizzazione Planned Parenthood che difende il diritto all'interruzione di gravidanza, ha annunciato che avrebbe citato in giudizio lo Stato. "Questo divieto deve essere fermato, insieme a tutti gli altri divieti che questo Stato ha approvato nell'ultimo mese" ha scritto su Twitter.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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