Sono tornati a ribadirlo oggi i detective di Scotland Yard: che Khalid Masood, l'uomo che ha portato a termine l'attacco di Londra fosse legato in qualche modo all'Isis o ad Al Qaida non è una certezza. Come certo non è che la sua radicalizzazione sia avvenuta in carcere, come pareva certo in un primo momento.
Sono ancora molte le questioni da chiarire su quanto è successo a Westminster, dove quattro persone sono morte prima che le forze dell'ordine riuscissero a neutralizzare il 52enne nato Adrian Elms, che prima ha investito i passanti sul ponte vicino al parlamento, per poi assalire un poliziotto che vi si trovava di guardia.
Era di certo interessato al jihad, dice Neil Basu, coordinatore nazionale per l'anti-terrorismo in Gran Bretagna, ma sul fatto che avesse legami di qualche tipo con le due grandi sigle del terrorismo internazionale islamista, questo al momento non è certo.
Al momento è semplicemente una "speculazione" anche la notizia che la sua radicalizzazione sia avvenuta in carcere. Resta tuttavia il fatto che l'attacco da lui messo in atto a Londra è per molti versi simile ad altri a cui si è assistito negli ultimi anni.
Definirlo "lupo solitario" potrebbe essere un errore, o troppo presto. "I lavori più rigorosi sul tema - scrive Daveed Gartenstein-Ross, in un recente articolo per Foreign Affairs - hanno convinto gli osservatori a fare attenzione a eventuali connessioni non immediatamente riconoscibili".
"Forse non sapremo mai perchè lo ha fatto", sostiene Basu, che comunque aggiunge: "Dobbiamo stabilire con chiarezza perchè ha compiuto quest'azione terribile, per
tranquillizare i londinesi e dare risposte alle famiglie delle vittime".Da mercoledì 12 persone sono state arrestate e 9 poi rilasciate. Ancora oggi la polizia ha fermato un 30enne, "sospettato di preparare attentati terroristici".
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