La lotta all'odio online come scusa per censurare i sovranisti. È stato siglato mercoledì il decreto ministeriale che sancisce la nascita di un gruppo di lavoro con sedici esperti per contrastare i fenomeni di hate speech (l'odio online). Il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano fa sapere che prima vi sarà "un’analisi approfondita delle cause dei fenomeni di odio online", poi "la valutazione di possibili misure di contrasto, anche attraverso nuove proposte normative". È questo, si legge, lo scopo per il quale è nato il ”Gruppo di lavoro sul fenomeno dell’odio online”, istituito dal Ministro all’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, di concerto con il Ministero della Giustizia e il Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio, attraverso un decreto ministeriale firmato l'altra sera dai Ministri Pisano e Bonafede e dal Sottosegretario della Presidenza del Consiglio Andrea Martella.
"Ormai non c’è giorno senza cui non si registrino casi eclatanti di hate speech”, ha detto Paola Pisano a margine della firma. "Credo che la creazione di questo gruppo di lavoro sia un passo in avanti importante che testimonia l’attenzione che il Governo intende dare a un tema delicato. Ringrazio il Ministro Bonafede e il Sottosegretario Martella per avere prontamente aderito". Il ministero spiega che il gruppo di lavoro sarà istituito presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione e sarà coordinato dall’Avvocato Guido Scorza, esperto del Dipartimento per la trasformazione digitale, che si avvarrà della consulenza, a titolo gratuito, di sedici esperti esterni con diverse competenze sul mondo del digitale. Ne faranno parte i sociologi Stefano Epifani e Giovanni Boccia Artieri; i giornalisti Luca De Biase, Sonia Montegiove, Martina Pennisi, Anna Masera e Ilaria Sotis; lo scrittore Massimo Mantellini; l’avvocato Carlo Blengino; l’Ingegnere Juan Carlos De Martin; i docenti universitari Giovanni Ziccardi, Giovanna Cosenza e Sara Bentivegna; i creativi Paolo Iabichino e Rosy Russo; il ricercatore Walter Quattrociocchi. Il gruppo di lavoro avrà una durata prevista di tre mesi, durante i quali potrà invitare a partecipare soggetti pubblici o privati al fine di acquisire informazioni e spunti. Al termine verrà stilata una relazione conclusiva.
Fin qui, tutto bene. I profili che fanno parte di questo gruppo di lavoro sono indiscutibilmente di altissimo profilo e valore. Nessuno lo può mettere in dubbio. La commissione istituita dal governo per contrastare l'hate speech sarà sicuramente "libera" da pregiudizi e orientamenti politici definiti. O forse no? Come nota La Verità, prendiamo l'esempio di Paolo Iabichino. Celebre pubblicitario, vincitore di numerosi premi, noto per il suo estro artistico, Iabichino risulta essere tra gli artisti che hanno partecipato a "Solo in cartolina", la campagna "a sostegno di chi ogni giorno salva le vite dei migranti in mare" lanciata nel 2018 per protestare contro la chiusura dei porti voluta dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Un caso isolato quello di Iabichino? Così non sembra. Stefano Epifani, riporta La Verità, è uno stimato docente della Sapienza, è direttore di TechEconomy.it nonché presidente del Digital Transformation Institute. Sul suo profilo Twitter scrive di Francesca Donato, eurodeputata leghista, che è "l'ennesimo prodotto di una informazione distorta che privilegia la popolarità alla competenza".
Se un'altra esperta, Sonia Montegiove, condivide i tweet dello stesso Epifani, Giovanna Boccia Artieri, invece, apprezza sicuramente le Sardine ed esulta per la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. Nel gruppo c'è anche Sara Bentivegna, che lo scorso 28 gennaio festeggiava le preferenze raccolte da Elly Schlein, eletta nelle fila di Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista Progressista. Martina Pennisi condivide i post di Lia Quartapelle del Pd mentre Carlo Blengino, avvocato penalista, non sembra essere un grande fan dei sovranisti. Insomma, una commissione contro l'odio online composta per il 100% da persone - autorevoli e rispettabilissime - ma con le loro idee legittimamente di sinistra o comunque liberal/progressiste. Ci si domanda, però, se è altrettanto legittimo pensare che un gruppo di lavoro politicamente orientato possa essere una garanzia per tutti i cittadini italiani. Qualche dubbio, a questo punto, c'è.
E poi, siamo davvero sicuri che leggi contro l'odio online che magari ne usciranno sono così funzionali? Come spiega the American Conservative, lo scopo delle leggi sull'hate speech "è più simbolico che funzionale.
Ma simbolico di cosa? Lungi dall'essere totem di tolleranza o inclusione, le restrizioni sono sintomatiche di un malessere istituzionale". Se poi c'è di mezzo la politica e l'ideologia, le leggi sull'odio possono diventare persino pericolose per la democrazia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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