Catalogna ai secessionisti. Parte la sfida dell'indipendenza. Ma il cammino è pieno di ostacoli

Artur Mas, leader della coalizione indipendentista di destra: "Non voglio essere il primo capo dello Stato indipendente, mi basta essere l'ultimo presidente della regione autonoma"

Catalogna ai secessionisti. Parte la sfida dell'indipendenza. Ma il cammino è pieno di ostacoli

L'ondata secessionista ha travolto Madrid e ora Artur Mas, leader della colazione indipendentista di destra "Insieme per il sì", si ritrova un tesoretto di 72 seggi su 135 nel Parlamento catalano che gli assicura la maggioranza assoluta.

Forte di questo risultato, il già presidente della Generalitat, il governo catalano, ha intenzione di cominciare quella da lui definita una vera e propria "disconnessione", un processo per rompere con Madrid lungo 18 mesi, fino a marzo 2017, quando sono previste le elezioni costituenti per la secessione definitiva.

Il nuovo Parlamento venuto fuori dalle elezioni di ieri proclamerà l’inizio del processo d’indipendenza. Parallelamente si cercherà di avviare i colloqui con la Spagna e l’Unione Europea. All'interno della regione scessionista si lavorerà per costruire le strutture del nuovo Stato e poi indire un referendum sulla nuova costituzione della Repubblica.

Il record storico di affluenza, arrivata al 77% (+9% rispetto alle elezioni 2012) e che ha visto la mobilitazione di 5,5 milioni di elettori, però non è bastata ad avere il plebiscito chiesto dal presidente Mas, ovvero il 50% dei voti popolari, fermi al 47,8 se si mettono insieme i due partiti secessionisti, Junts Pel Sì e Cup.

Il governo spagnolo è pronto a dichiarare non valida la costituenda indipendenza catalana. Si aprirà, probabilmente, una fase di ricorsi da parte del governo centrale contro le leggi con le quali la Catalogna vorrà costituire il nuovo Stato nazionale. A dicembre però, ci sono le elezioni politiche in Spagna e a quel punto, in caso di nuovo governo, tutto potrebbe cambiare.

Intanto l'Ue rimane a guardare e aspetta a Bruxelles le prossime mosse nello scacchiere iberico.

Secondo la Commissione europea "i trattati non si applicheranno più in un territorio che si è staccato da uno Stato membro", ma il presidente catalano Artur Mas ha un’altra teoria: "I catalani sono già in Europa, non è nell’interesse di nessuno cacciarli".

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