Matteo Renzi lo ha saputo il 22 aprile, il resto del mondo per bocca di Obama il giorno successivo. Ma che l'italiano Giovanni Lo Porto fosse morto in un'operazione fallita degli Stati Uniti, a Washington se lo sono tenuto per sé per qualche tempo.
La Casa Bianca avrà anche informato il presidente del Consiglio prima di annunciare pubblicamente la morte del cooperante, ma l'autorevole quotidiano statunitense New York Times insinua il dubbio che nella ricostruzione dei fatti ci sia qualcosa che non torna. O per meglio dire una comunicazione mai arrivata a Roma.
Che Lo Porto era morto, Obama lo sapeva prima del 22. Lo sapeva già venerdì scorso, quantomeno. E questo significa che era al corrente del fatto che l'italiano era rimasto ucciso a gennaio mentre Renzi si trovava in visita a Washington. L'intelligence aveva informato la presidenza poco prima e l'episodio stava per essere declassificato, ma a quanto è stato ricostruito finora non si è premurato di farlo sapere agli alleati italiani.
C'è voluto tempo prima che l'intelligence riuscisse a ricostruire come Lo Porto e Weinstein fossero rimasti uccisi. Le ipotesi sul campo erano diverse, poi si erano ridotte alla possibilità di un attacco da parte di un drone americano sul confine tra Afghanistan e Pakistan. Il rapporto è arrivato la settimana scorsa, quando le cose erano ormai ragionevolmente chiare. Ma l'annuncio della morte del cooperante è dovuto arrivare dall'America.
"Non c'è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci
dovevano informare ma un errore tragico, drammatico", ha detto questa sera Matteo Renzi a Otto e mezzo, giustificando Obama e sostenendo che gli Stati Uniti "sono stati corretti" nell'informare l'Italia a cosa certe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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