In Messico va avanti con sempre più violenza la guerra tra bande rivali per il controllo del narcotraffico, combattuta dal cartello del fu "El Chapo" contro i suoi storici sfidanti, ossia principalmente i membri del cartello criminale Jalisco Nueva Generación (Jng). Dopo l'estradizione negli Usa di "El Chapo", pseudonimo del boss Joaquín Guzmán, l'organizzazione malavitosa che costui comandava, il cartello di Sinaloa, è passata sotto la guida di Ismael "El Mayo" Zambada e dei figli del capomafia detenuto, i cosiddetti "Chapitos": Jesus Alfredo, Ivan Archivaldo e Ovidio Guzman. Con l'incarcerazione, nel 2017, dello storico leader mafioso in una prigione americana di massima sicurezza, il suo cartello si è visto contendere con estrema brutalità il controllo del territorio messicano da parte del Jng, capitanato dall'ambizioso Nemesio "El Mencho" Oseguera Cervantes, che sta perpetrando crimini sempre più raccapriccianti sui membri delle gang nemiche e sulla popolazione del Paese ispanico: strappare i cuori delle vittime, scioglierne i corpi in barili di acido e massacrare le donne incinte. Gli eredi di "El Chapo" hanno però ultimamente risposto con altrettanta durezza alle stragi compiute dalla banda avversaria, perpetrando a loro volta uno sconvolgente massacro.
Sabato scorso, le autorità dello Stato messicano centrosettentrionale di Zacatecas, in cui si sta consumando una feroce lotta per il monopolio del narcotraffico tra il cartello di Sinaloa e il Jng, hanno rinvenuto tre cadaveri appesi sotto un ponte vicino alla città di Fresnillo. A essere avvistato sotto quel viadotto era stato iniziallmente, il giorno prima, un solo cadavere, ma poi, lo scorso sabato appunto, gli agenti si sono trovati davanti altri due corpi straziati e appesi. In base alle prime ipotesi, quei corpi senza vita sarebbero vittime della furia del cartello di SInaloa, intenzionato a compiere gesti dimostrativi all'indirizzo delle gang rivali per mantenere il suo controllo sul territorio e per intimare alla popolazione di "non tradire". L'esibizione di quei corpi appesi seminudi e "incappucciati, torturati e mutilati" farebbe parte dell'"operazione Mayo Zambada", ossia di una vera e propria campagna militare intrapresa dagli eredi del Chapo per "ripulire" le piazze di spaccio della zona dalla presenza di affiliati ai cartelli nemici.
Quanto all'identità di quei tre malcapitati, due di loro sarebbero maggiorenni, mentre la terza vittima no; sarebbero inoltre tutti soggetti vicini al Jng. Su uno dei cadaveri incappucciati sarebbe stato rinvenuto dagli inquirenti "un messaggio", lasciato lì apposta dagli assassini ma il cui contenuto non è stato però ancora rivelato. In base alle ultime indiscrezioni, le indagini si starebbero concentrando su uno dei presunti responsabili di tale massacro: un soggetto noto come "El Troll", al soldo del cartello di Sinaloa. A detta delle emittenti messicane, la strage di Fresnillo sarebbe stata ideata dagli eredi del Chapo apposta per lanciare un avvertimento non solo alle gang concorrenti e alle autorità statali, ma anche al governo centrale. Il ritrovamento di quei tre cadaveri è infatti avvenuto a pochi giorni dalla visita ufficiale in quella zona da parte del capo dello Stato Andrés Manuel López Obrador.
La guerra tra il cartello di Sinaloa e i rivali del Jng sta registrando finora numeri impressionanti in termini di morti ammazzati, con, ad esempio, quasi 250 persone uccise in un solo mese Tra gli Stati federati
messicani che, nell'ultimo anno, hanno sofferto un pesante tributo di sangue vi è la Baja California, nel nordovest del Paese, che ha visto 2.938 morti violente per colpa della brutale guerra tra bande criminali.
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