Messico, sui rimpatri la Corte Suprema dà ragione a Trump

Vittoria per Donald Trump sul tema migranti: la Corte Suprema ha stabilito che l'amministrazione Usa ha il diritto di rimandare in Messico i richiedenti asilo in attesa che le loro domande vengano esaminate

Messico, sui rimpatri la Corte Suprema dà ragione a Trump

Donald Trump può esultare. Come riporta Nbc News la Corte suprema ha dichiarato che l'amministrazione Trump può continuare la sua pratica di rimpatrio dei richiedenti asilo in Messico lungo l'intero confine meridionale mentre le autorità vagliano le richieste. Bocciata la l'iniziativa di alcune corti d'appello che avevano ordinato a Donald Trump di sospendere la politica di rimpatrio. La pratica sui migranti dell'amministrazione americana, denominata "Rimani in Messico", è stata lanciata a gennaio 2019: durante i 13 mesi in cui è stata pienamente operativa, il Dipartimento per la sicurezza nazionale ha rimandato più di 60.000 immigrati in Messico in attesa dell'esito sulle domande di asilo.

Migranti, vittoria per Trump: la Corte Suprema boccia la richiesta delle Corti d'Appello

Secondo il Dipartimento di Giustizia, la pratica di rimpatrio in vigore rappresenta "uno strumento enormemente efficace e indispensabile nell'affrontare la crisi migratoria sul nostro confine sud-occidentale". Secondo I giudici del nono circuito la misura dell'amministrazione Trump, tuttavia, metteva in pericolo la vita dei richiedenti asilo, i quali "rischiano un danno sostanziale, persino la morte, mentre attendono di veder giudicate le loro domande di asilo". L'American Civil Liberties Union aveva esortato la Corte suprema a bloccarne l'applicazione. I richiedenti asilo tornati in Messico, secondo l'American Civil Liberties, "sono esposti a rapimenti, aggressioni, stupri e altri attacchi violenti a causa del fatto che sono migranti non messicani". Secondo l'organizzazione, inoltre, tale la politica viola i requisiti federali esponendo i migranti a possibili persecuzioni o torture.

La corte d'appello ha dichiarato questa politica illegale in maniera inequivocabile. Anche la Corte suprema dovrebbe fare lo stesso. I richiedenti asilo affrontano gravi pericoli e danni irreversibili ogni giorno", ha dichiarato Judy Rabinovitz, consulente speciale del Progetto Aclu Immigrants Rights, dopo la sentenza della Corte Suprema. La sentenza della Corte Suprema è una grande vittoria per l'amministrazione Trump, che aveva avvertito nei giorni scorsi che ci sarebbe una "corsa al confine" se la politica sui migranti, che è in vigore da un anno, fosse stata bloccata dai tribunali. "Grandi gruppi di migranti dal Messico hanno iniziato ad arrivare in più punti d'ingresso lungo il confine sud-ovest in cerca di un ingresso immediato nel Paese" aveva spiegato il Dipartimento di Giustizia.

Migranti, Trump raccoglie il Dn dei migranti irregolari

Come riportato da IlGiornale.it nei giorni scorsi, l’amministrazione Trump ha dato il via al prelievo di campioni di Dna degli stranieri detenuti negli Usa per essere entrati illegalmente in territorio americano e in attesa di espulsione.

Con questa mossa, il tycoon dà piena attuazione a una legge risalente al 2005, il DNA Fingerprint Act, che ha appunto prescritto la raccolta dei dati genetici di soggetti arrestati, condannati o semplicemente indiziati di reati, tra cui appunto ci sono anche gli immigrati clandestini.

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