È stata bloccata dalla polizia croata al confine con la Bosnia la delegazione di europarlamentari del Pd incaricata da Bruxelles di controllare la situazione dei migranti sulla rotta balcanica. “Volevamo andare a ispezionare il confine tra la Croazia e la Bosnia senza oltrepassarlo, ma ci è stato impedito”, hanno denunciato gli eurodeputati Brando Benifei, Pietro Bartolo, Alessandra Moretti e Pierfrancesco Majorino. La delegazione era giunta al confine tra Croazia e Bosnia, per controllare le operazioni anti immigrazione della polizia croata al confine, ma non è andata come speravano. “Lì abbiamo trovato ad attenderci la polizia, che ha delimitato l'area entro la quale potevamo muoverci con un nastro di cellophane”, riferisce Pietro Bartolo, il quale ha proseguito spiegando che il primo avvertimento della polizia croata non è servito a far desistere il gruppo dal proseguire, forse sperando in un trattamento più soft, alla Carola Rackete.
“Dopo avere a lungo parlato con la polizia, spiegando che rientra nelle nostre prerogative parlamentari verificare le condizioni all'interno del territorio europeo, e dopo diverse interlocuzioni con gli ambasciatori italiano in Croazia e croato in Italia, abbiamo deciso di forzare il blocco e proseguire, all'interno dei confini dell'Unione. Siamo stati nuovamente inseguiti e fermati, la polizia ha fatto un cordone umano per impedirci di andare avanti”. A quel punto, il comandante ha ordinato agli agenti di seguire il gruppo e impedire loro di arrivare al check point nel bosco, dando vita ad un vero e proprio inseguimento. Si legge sull' Avvenire che diversi giornalisti sono stati bloccati dalla polizia, mentre una dozzina di agenti si disponeva a formare una barriera, per impedire l’accesso al check point.
Immediata la reazione dei deputati di sinistra, che hanno chiesto a gran voce: “Cosa c'è da nascondere? Se vengono rispettate le norme internazionali, come viene dichiarato dal governo croato, perché ci impedite di passare?”. Ma la polizia croata ha prontamente giustificato le proprie azioni, sostenendo che “la presenza dei parlamentari avrebbe potuto incentivare azioni illegali dei migranti che si trovano sul lato bosniaco”. Ma nonostante la spiegazione delle fonti diplomatiche croate, la delegazione ha annunciato azioni politiche nei confronti della Croazia. “Se stavamo per commettere dei reati, allora dovreste rivolgerci una contestazione formale e spiegarci esattamente quale reato stavamo commettendo”, ha riferito Benifei durante una tutt’altro che cordiale telefonata con l’ambasciatore croato.
“È chiaro che si è tentato ancora una volta perfino di prevenire che le persone sul lato bosniaco possano chiedere asilo", ha aggiunto Majorino. "E non potevamo certo immaginare che questo accadesse sotto i nostri occhi”. Sorpresi dal trattamento ricevuto dai loro colleghi, diversi esponenti del Pd descrivono ora l’episodio come un fatto “gravissimo”.
E dello stesso parere è David Sassoli, che esprime “stupore” per l’episodio accaduto, ritenendo un “diritto e dovere” della delegazione ispezionare la frontiera esterna dell’Unione. Stando così le cose, si attendono reazioni diplomatiche della Ue e del governo italiano, per ottenere chiarimenti da Zagabria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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