Migranti, monta l'irritazione Ue: "Grecia fuori dall'area Schengen"

Il mancato decollo degli hotspot divide Bruxelles dal governo Tsipras. L'Ue a un passo dalla sospensione della Grecia dall'area Schengen

Migranti, monta l'irritazione Ue: "Grecia fuori dall'area Schengen"

Adesso Alexis Tsipras rischia grosso. Sta, infatti, montando l'irritazione di Bruxelles e degli Stati membri per il mancato decollo degli hotspot. Tanto che i principali leader Ue stanno seriamente ipotizzando la sospensione della Grecia dall'area Schengen. Secondo Le Soir, i rapporti tra Buxelles e Atene si sarebbero fatti più tesi dopo la missione del commissario Ue alla Salute Vytenis Andriukaitis sulle isole prese d'assalto dagli immigrati. In una lettera scritta al presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker al ritorno dalla visita, ha descritto scene di assoluta disperazione, con persone che muoiono per la mancanza di tende e coperte.

Degli undici hotspot, che avrebbero dovuto essere operativi entro novembre, ne sono stati aperti solo due, uno a Lampedusa e l’altro nel Pireo. "Ma responsabili della situazione non sono solo Italia e Grecia", avvertono fonti della presidenza lussemburghese. In generale, i dispositivi messi a punto dall'Unione europea non stanno dando i risultati sperati e la situazione sarà analizzata al prossimo consiglio Interni di venerdì. Sul fronte dei ricollocamenti ne sono stati eseguiti poco meno dello 0,1%, ovvero, 159 su 160mila, e di questi solo 30 dalla Grecia. Quanto ai rimpatri, al 30 novembre, sono 609 quelli fatti. "Le ragioni del mancato decollo degli hotspot - spiegano fonti Ue - è legato alla scarsità di personale, finanziamenti e macchinari". A esempio, dei 374 esperti chiesti dall’Ufficio europeo per l’asilo (Easo) gli Stati membri ne hanno inviati solo 176, e 442 guardie di frontiera per Frontex su 775. Ma il problema è connesso anche alle leggi nazionali, "ad esempio per quella italiana i migranti possono essere trattenuti solo tre giorni e questo - sottolineano fonti della presidenza lussemburghese - equivale a non trattenerli". Senza contare poi che con la politica delle porte aperte la Germania si è rivelata "l’elefante nella stanza".

Gli immigrati preferiscono proseguire il viaggio piuttosto che farsi inserire in un programma hotspot per il ricollocamento. In più, i trafficanti di esseri umani "indicano ai profughi di non presentare richiesta d’asilo in quelli che loro considerano Paesi di transito, come Grecia e Italia". "Quanto allo schema di ricollocamento permanente - spiegano le stesse fonti - sarebbe pertinente se gli hotspot funzionassero, ma visto che non è il caso, serve un reality check, un confronto con la realtà".

Intanto, dopo i colloqui di Juncker col premier svedese Stefan Lofven ai margini del vertice Ue-Turchia e dopo il viaggio del commissario europeo Dimitris Avramopoulos a Stoccolma, la Commissione Ue si dice "aperta" ad usare il meccanismo di ricollocamento anche per la Svezia. "Una decisione in merito è prevista entro fine anno".

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