Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte spedisce al mittente le accuse della Repubblica Ceca che, tramite il suo primo ministro, aveva detto che l'approccio italiano alla gestione migranti rappresentava "la strada verso l'inferno". Il riferimento era alla richiesta di Roma a diversi Stati europei di accogliere alcuni dei migranti che si trovavano in mare a bordo delle navi di Frontex e della Guardia di Finanza.
La prima replica, era arrivata dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, artefice della "linea dura" sull'immigazione: "Ci diano una mano ad aiutare le autorità libiche e a riaccompagnare i migranti in Libia. L'unica soluzione per combattere veramente la mafia degli scafisti è che in Ue e in Italia ci arrivi se hai il permesso. Fino a ieri questo concetto non potevi dirlo adesso in Ue è chiaro a tutti che Italia ha finito di fare il campo profughi del mondo".
Ma adesso arriva la risposta di Conte che, in una lettera indirizzata al primo ministro ceco, scrive: "Durante lo scorso fine settimana, anche attraverso l'apprezzata collaborazione di diversi Stati membri, l'Italia ha potuto far fronte all'ennesima crisi migratoria mettendo in salvo 450 persone che verranno ora accolte in diversi Paesi europei. Lo abbiamo fatto salvando vite umane e con modalità rispettose dei diritti delle persone e in piena coerenza con le conclusioni che tutti insieme abbiamo adottato al Consiglio europeo dello scorso giugno. Nel farlo non abbiamo affatto imboccato 'la strada verso l'inferno', ma abbiamo piuttosto scelto la strada maestra della legalità, della responsabilità condivisa della gestione del fenomeno migratorio, dell'azione concreta, focalizzata e di matrice autenticamente europea".
Per il premier italiano, l'emergenza immigrazione non può essere gestita da un solo Paese europeo: "I flussi migratori costituiscono un fenomeno globale. Se lo affrontassimo in base a un approccio meramente 'nazionale', non riusciremmo a governarlo e ne rimarremmo sopraffatti. La storia stessa del nostro continente mostra che i grandi fenomeni epocali si sottraggono ai tentativi individuali e isolati di controllo. Se rinunciassimo a una gestione comune del fenomeno migratorio, l'Europa sarebbe perdente e con essa tutti i suoi Stati, non solo quelli di frontiera come l'Italia".
I paletti di Conte
"La proposta italiana - scrive Conte nella sua lettera -, ripresa in larga parte dalle conclusioni del 28 giugno, guarda con coraggio e lungimiranza alla sfida che abbiamo davanti. Non propone affatto un'irrealistica apertura delle frontiere, né tantomeno contempla un'accoglienza indiscriminata. L'Italia propone invece un cambio di prospettiva dell'Ue, un approccio multilivello e organico che passa attraverso azioni condivise per contrastare la migrazione illegale e tutelare coloro che davvero hanno diritto alla protezione internazionale".
Il presidente del Consiglio ribadisce poi un concetto già espresso in più di una occasione: "Chi mette piede in un Paese europeo mette piede in Europa.
L'altra faccia di tale principio è che nessuno di noi può pensare di fare da solo! Parliamone, caro Andrej. Ti invito a Roma, quando vorrai, per confrontarci e approfondire l'approccio europeo proposto dall'Italia"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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