Un pianto disperato, che impedisce quasi di respirare. Poi le urla: "Papà, papà", "Mamma". I bambini separati dai propri genitori immigrati dal Messico, sono la conseguenza della politica di "tolleranza zero" messa in atto dal presidente americano Donald Trump.
Infatti, i migranti irregolari vengono perseguiti penalmente e questo implica la loro separazione dai minori con cui spesso viaggiano. I figli dei clandestini vengono ospitati nei centri di accoglienza o nelle nuove tendopoli allestite nel deserto al confine tra Messico e Stati Uniti.
È da uno di questi centri di detenzione per la protezione doganale degli Stati Uniti che proviene l'audio che registra il pianto dei bambini e le implorazioni fatte agli agenti, per chiedere di tornare coi loro genitori. La registrazione risale alla scorsa settimana, ma l'autore, che "ha sentito piangere e piangere i bambini e ne è stato devastato", ha voluto rimanere anonimo per paura di ritorsioni. L'audio è stato affidato a Jennifer Harbury, un noto avvocato per i diritti civili, che lo ha fornito all’ong ProPublica.
A un certo punto, il pianto dei bimbi viene interrotto dalle parole di un funzionario che si rivolge ai piccoli in lacrime: "Abbiamo un'orchestra qui!".
Sembra che i piccoli, di età compresa tra i 4 e i 10 anni, si trovassero nel centro da 24 ore e che alcuni funzionari abbiano cercato di consolarli offrendo loro degli snack, ma comprensibilmente senza successo.
Nell'audio si distingue in particolare la voce di una bambina di sei anni, che chiede di poter chiamare sua zia, della quale aveva imparato il numero a memoria. Un funzionario, alla fine, acconsente alla chiamata. La zia, però, rintracciata da ProPublica ha dchiarato di non aver potuto fare niente per la nipote, perché anche lei emigrata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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