Mine vaganti, anzi galleggianti. Le conseguenze dirette della guerra in Ucraina fluttuano tra le onde. A lanciare l'allarme sono state le forze navali dei Paesi affacciati sul Mar Nero: nelle acque in questione è stata rilevata la presenza di ordigni alla deriva, che da giorni si spostano sospinti dalle correnti. In un primo momento, gli esplosivi erano stati piazzati dalle forze di difesa ucraine nelle aree portuali per impedire alle navi russe di avvicinarsi alla costa e, soprattutto, per proteggere la città di Odessa, sbocco strategico per Kiev. A seguito di alcune tempeste, i cavi di ancoraggio che le collegavano al fondo del mare si sarebbero sganciati e così ora le mine oscillano pericolosamente tra i flutti.
Il Dipartimento di idrografia e oceanografia della navigazione della Marina turca ha emesso un avviso Navtex al riguardo. Nel comunicato, pubblicato anche sui siti istituzionali, viene posta l'attenzione sulla possibilità di mine alla deriva nel Mar Nero. "È stato riferito che le mine sono state poste nei porti di Odessa, Ochakov, Chernomorsk e Yuzhny. Le mine possono staccarsi", si legge nel rapporto. La marina turca ha dunque chiesto a tutte le navi della zona di vigilare sugli ordigni alla deriva e di segnalare immediatamente la loro presenza alle autorità. Secondo i servizi di intelligence "non è esclusa la possibilità che mine deragliate vadano alla deriva nel Bosforo e più lontano, nei mari del bacino del Mediterraneo".
Nei report degli 007 russi si parla di "circa 420 mine di tipi obsoleti, di NM (mine di ancoraggio) e NRM (ancoraggio mine fluviale), prodotta nella prima metà del 20° secolo" alla deriva. Gli ordigni - secondo quanto riferito - "sotto l'influenza del vento e delle correnti, si muovono liberamente nella parte occidentale del Mar Nero". Una circostanza che il Servizio federale russo per la sicurezza utilizza per puntare il dito contro l'Ucraina, accusandola di dimostrare "un completo disprezzo per i fondamenti del diritto internazionale e disprezzo per le vite umane, compresi quelle dei cittadini dell'Unione europea". Accuse alle quali Kiev non risponde, trincerandosi dietro ovvie motivazioni di difesa interna.
Nel frattempo, anche le forze navali romene hanno inviato un pattugliatore per controllare la presenza di mine nelle acque territoriali, dopo che la direzione idrografica aveva emesso - già venerdì scorso - un allarme relativo all'area nord-occidentale del Mar Nero. Secondo le autorità romene, sinora non sono state rilevate delle mine nell'area di pattuglia, ma nel caso accadesse "le forze navali sono pronte ad agire con mezzi di contrasto adeguati". Massima allerta sul fronte marittimo anche da parte della Bulgaria. Il governo di Sofia ha infatti assicurato che le forze navali e le autorità civili stanno adottando misure di sorveglianza straordinarie e sono pronte a neutralizzare gli ordigni esplosivi.
"I residenti vicino alla costa sono invitati a chiamare il numero di emergenza se trovano oggetti sferici sospetti, nell'acqua o sulla costa", hanno avvisato le autorità bulgare in una nota. Gli equipaggi delle imbarcazioni commerciali presenti nell'area sono stati avvertiti di monitorare il mare con la massima attenzione e di informare immediatamente le autorità costiere se rilevano oggetti sospetti nell'acqua.
Nelle scorse ore, la Bulgaria (che si affaccia sul Mar Nero per 378 chilometri) aveva invitato i pescherecci a evitare di inoltrarsi nelle acque proprio in relazione al rischio di imbattersi in ordigni sganciati dai loro ormeggi. La guerra, se pur a distanza di miglia nautiche, è anche questa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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