Le misure di protezione ambientale nel nuovo concetto di sviluppo dello Xinjiang

L'aria, l'acqua, la terra e l'ecologia. In tanti considerano un paradiso terrestre la Regione autonoma uigura dello Xinjiang, che si estende fra tre montagne - Aertai, Tianshan e Kunlun - e due bacini - del Tarime e di Junggar

Le misure di protezione ambientale nel nuovo concetto di sviluppo dello Xinjiang

Davvero in tanti considerano un paradiso terrestre la Regione autonoma uigura dello Xinjiang, che si estende fra tre montagne - Aertai, Tianshan e Kunlun - e due bacini - del Tarime e di Junggar. La topografia è complessa e presenta sia grandi deserti che vaste praterie. Tuttavia, pur circondato da montagne, lo Xinjiang ha scarse risorse idriche poichè resta lontano da mari e oceani, soprattutto nella parte meridionale.

Negli anni ‘50, inoltre, la crescita economica dello Xinjiang si è basata eccessivamente sullo sfruttamento delle risorse energetiche presenti e ciò ha portato a problemi legati all’inquinamento e danni ambientali sempre più estesi. Negli ultimi anni, facendo proprio il concetto di civiltà ecologica elaborato dal presidente cinese Xi Jinping, lo Xinjiang ha aderito alla “battaglia per la prevenzione e il risanamento dell’inquinamento”. Ha adottato quindi una serie di rigide politiche per promuovere un nuovo concetto di sviluppo, per cui vengono oggi severamente vietati all’interno della regione autonoma i progetti caratterizzati da elevati livelli di inquinamento, eccessivo consumo energetico ed emissioni inquinanti. Il rigoroso sistema unificato di verifica e approvazione dello sfruttamento delle proprie risorse energetiche e minerarie è strettamente connesso al rigoroso sistema di tutela ambientale basato sul principio dell’approvazione unanime. La promozione di queste misure e l’impegno individuale di tutti tutelano la bellezza e l’ecologia di questa regione autonoma.

Il guardiano del verde di Korla

A Korla esistono due città, una è l’antica Loulan, l’altra è la nuova città di Korla. Loulan fu sepolta dalla sabbia, la nuova città è ancora lì e si affida all’inverdimento” ci dice Wang Chengbang, veterano 83enne. Dopo essere andato in pensione, Wang Chengbang è diventato giardiniere e ha collaborato a piantare circa cento milioni di alberi vicino a Korla. Le precipitazioni locali però sono scarse e il terreno è salino, diventa difficile trovare un posto adatto in cui mettere a dimora gli alberi. Wang Chengbang descrive com’era la situazione sessant’anni fa: “Assaggiavamo la terra per sapere se fosse o meno salina. Se era dolce piantavamo gli alberi. Abbiamo assaggiato talmente tante volte la terra che alla fine ci bruciava la bocca...”.

Ispirati da Wang Chengbang, circa 1,8 milioni di abitanti di Korla hanno preso parte al lavoro di rimboschimento nell’arco degli ultimi ventidue anni. Nel luglio del 2019 Wang Chengbang è stato insignito del titolo nazionale di veterano modello, premiato dal presidente cinese Xi Jinping in persona. La Montagna Longshan è anche detta Grande porta orientale di Korla. In passato qui c’erano soltanto rocce e sabbia e non cresceva nemmeno l’erba. Grazie agli instancabili sforzi di diverse generazioni oggi Korla è diventata per i cittadini un luogo perfetto in cui andare a rilassarsi nel tempo libero. Nel 1997 il governo locale lanciò lo slogan “Rendere verde Korla” e, fino ad oggi, ha investito in totale 300 milioni di yuan rimboschendo circa 67 milioni di metri quadrati di terreni sulle montagne con 17,8 milioni tra pioppi del deserto, alberi di giuggiole, olivelli spinosi, forsizie, albicocchi e peschi. I dati rilasciati dall’Ufficio meteorologico di Korla mostrano che, rispetto a cinquant’anni fa, la temperatura estiva locale è scesa di 0,7°- 1,6°C; l’umidità relativa ha registrato un aumento del 7-10%; la polvere che entra nell’area urbana è diminuita del 10-20% e, rispetto al passato, le tempeste di sabbia si verificano con una frequenza più bassa, in media 4-6 giorni in meno all’anno. L’ambiente ecologico di Korla è migliorato di molto nel tempo e questo lo dimostra.

Da “tappa migratoria” a “nido vivibile”

D’inverno il nord dello Xinjiang è ricoperto di neve, ma la riserva del Lago dei Cigni del Parco Nazionale delle Terre Umide di Manas non ghiaccia. Sulla sua superficie si notano nuvole di vapore acqueo, increspature e onde poco profonde, oltre ad uccelli selvatici che giocano e mangiano. “Nell’inverno del 2019 questo Parco Nazionale ha accolto un gran numero di uccelli migratori, il numero dei soli cigni ha superato gli 800 esemplari a cui si sono aggiunte alcune migliaia di altri volatili selvatici tutelati a livello nazionale e di uccelli comuni. Molti sono rimasti”, afferma Liu Yongjun, Capo del Corpo di Guardia dell’Ufficio incaricato della gestione del Parco.

Il Parco Nazionale delle Terre Umide di Manas, terza rotta migratoria mondiale, è l’ultima “stazione di approvvigionamento energetico” per gli uccelli migratori prima di oltrepassare la Montagna Tianshan. Nel settembre scorso, per garantire una quantità di cibo sufficiente agli uccelli migratori, il Parco avviò la reidratazione ecologica, riuscendo in breve tempo a ripristinare l’equilibrio ecologico delle Terre Umide, ad espandere l’area riproduttiva di pesci e i gamberi, ad aumentare la superficie coperta da vegetazione, a migliorare l’intero ecosistema e ad offrire a un gran numero di uccelli migratori superficie d’acqua e cibo sufficienti. In inverno, un numero sempre maggiore di uccelli migratori viene a sostare al Lago dei Cigni: il Parco di Manas, da temporanea “tappa migratoria”, è ormai diventato un “nido vivibile”.

Rilasciando una dichiarazione ai media, Chai Shiyuan, direttore del Dipartimento per la tutela degli animali selvatici (dell’Ufficio responsabile della gestione del Parco), ha ricordato che “in questi anni sono state attuate numerose misure per tutelare l’ambiente delle Terre Umide, predisponendo una zona dedicata agli uccelli e percorsi ecologici. Grazie a questi interventi l’ambiente è migliorato ed è anche aumentata la diversità delle specie presenti nell’intera regione”. Ad oggi il Parco occupa una superficie di oltre 80 chilometri quadrati. Al suo interno vivono circa 200 specie di piante delle Terre Umide e 331 specie di animali selvatici, di cui 7 tipi di uccelli che godono di una protezione di livello 1 e 40 tipi di uccelli sottoposti a protezione di livello 2.

Il deserto di Kutag: millenni di vento e sabbia nei pressi di una vivace città

L’antica contea di Shanshan sorge fra le due grandi città di Turpan e Hami, è un’importante stazione dell’antica Via della Seta e vanta più di 2000 anni di storia. Nel corso dei millenni quest’antica contea ha subito enormi cambiamenti, alternando periodi di grande prosperità al declino. L’adiacente deserto di Kumtag, invece, non è mai cambiato. È sorprendente constatare come questo deserto, unico al mondo per vicinanza ad una città, non abbia mai seppellito la città di Shanshan. Un vero miracolo: la sabbia non entra nelle case, l’ambiente ecologico non è degenerato e gli abitanti non sono emigrati. Il deserto di Kumtag, i cui 1888 mila chilometri quadrati ne fanno il terzo deserto più grande del Xinjiang e il quinto di tutta la Cina, è anche una riproduzione in miniatura del tipico paesaggio desertico dell’Asia centrale.

Una parte di esso è stata trasformata dal governo locale in una zona turistica, unico celebre luogo turistico della Cina di livello A4, con un’area desertica. Da un lato il deserto è vasto e brullo, dall’altro la contea di Shanshan è bella, pulita e vivace. Il fascino speciale di questa cittadina ha attirato nel tempo molti visitatori. Come ci illustra He Haixia, il responsabile del Dipartimento del marketing dell’area turistica di Kumtag, il deserto è ben collegato con la città e con l’oasi e i trasporti sono molto convenienti. Nel deserto ogni stagione ha un suo fascino e ciò costituisce una delle maggiori attrattive di questo luogo. Da giugno ad agosto, ad esempio, è il periodo migliore a fini terapeutici per farsi ricoprire di sabbia del deserto, la cui temperatura massima può raggiungere gli 82,3°C. Se ci si sottopone a questo tipo di terapia nelle ore pomeridiane si riscontreranno evidenti effetti positivi nella cura dei reumatismi e dell’artrite.

Al novembre 2019 la zona turistica del deserto di Kumtag aveva accolto un milione e 116.180 turisti, con un aumento del 25,95% rispetto al 2018. Il reddito derivante dal turismo ha raggiunto quota 31 milioni e 996.500 yuan, +32,62% rispetto all’anno precedente. Grazie agli sforzi compiuti nell’arco di questi anni, i problemi dello Xinjiang riguardanti l’acqua, l’aria, la terra e l’ecologia naturale sono stati individuati e rettificati, con un evidente miglioramento della qualità dell’ambiente. La regione ha fissato anche nuovi obiettivi.

Nel 2020 il tasso di uso sicuro dei terreni agricoli contaminati giungerà al 98%; il tasso di uso sicuro delle terre inquinate non dovrà essere inferiore al 90%; l’area della linea rossa di protezione ecologica non sarà inferiore al 25% e il tasso di copertura forestale raggiungerà il 5,6%.

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