Morta in un'esplosione la figlia di Dugin, l'ideologo di Putin. L'ombra dell'attentato

La figlia di Dugin, probabilmente, è stata uccisa da un ordigno artigianale piazzato nella sua auto

Morta in un'esplosione la figlia di Dugin, l'ideologo di Putin. L'ombra dell'attentato

Un boato ha scosso il buio della notte russa. A colpire, questa volta, non sono stati i missili lanciati dall'esercito ucraino, ma un ordigno artigianale (almeno questa è una delle ipotesi che hanno cominciato a circolare nelle prime ore dopo l'esplosione e che pare trovare i primi riscontri) piazzato nella macchina di Darya Dugina, figlia del filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin. Le foto diffuse in rete mostrano il "Rasputin di Putin", così come molti media italiani lo hanno definito in questi anni, impietrito di fronte alle fiamme che avvolgono l'auto, con le mani alle tempie e gli occhi vuoti. Persi. Come perso è chiunque perda un figlio, soprattutto in un modo così atroce. L'esplosione della macchina di Darya Dugina sarebbe avvenuta poco fuori Mosca, nell'area di Bolshiye Vyazemy, mentre i due, su due diverse automobili, stavano tornando dal festival "Tradizione".

A maggio, tre mesi dopo l'inizio di quella che i russi definiscono "operazione militare speciale", Darya Dugina aveva rilasciato un'intervista a geopolitika.ru in cui affermava: "La situazione in Ucraina è davvero un esempio di scontro di civiltà; può essere visto come uno scontro tra la civiltà globalista e quella eurasiatica. Dopo 'la grande catastrofe geopolitica' (come il presidente russo ha definito il crollo dell'Urss), i territori dell'ex Paese unito sono diventati 'confini' (zone intermedie) - quegli spazi su cui è aumentata l'attenzione dei vicini, con la Nato e soprattutto gli Stati Uniti interessati a destabilizzare la situazione ai confini della Russia. Se le élites liberali occidentali insistono così tanto nel sostenere Kiev e demonizzare Mosca, è perchè dietro c'è una logica di profitto. Tutto deve essere messo in discussione. Questo è un principio importante che ci permette di mantenere un occhio lucido. Nella società dello spettacolo, della propaganda e della natura totalitaria dei sistemi occidentali, il dubbio è un passo essenziale per uscire dalla caverna...".

Alcuni canali russi affermano che l'obiettivo della bomba non fosse Dugin in quanto la figlia era una importante figura politica che portava avanti le proprie battaglie, indipendentemente dal padre. Secondo altri analisti, come Germano Dottori, "la scomparsa in circostanze drammatiche e sospette della figlia di Dugin fa pensare all’esistenza di un certo scontento nei confronti della politica estera russa in ambienti che sanno come farsi sentire". Un amico di Daya, Akim Apachev, ha detto: "È ovvio che quello contro Daria Dugina è stato un atto di terrorismo. Come è ovvio che da oggi non ci sono più luoghi sicuri in Russia. L'unico modo per proteggere il Paese è distruggere il nostro nemico naturale seduto a Kiev, Dnepropetrovsk, Kharkiv, Nikolaev, Odessa e in altre città russe".

Per l'emittente ortodossa Tsargrad Tv, la figlia di Dugin "è stata uccisa in modo vile nel tentativo di far soffrire e intimidire il più possibile noi russi patrioti". E ha continuato: "Il nemico ha mostrato ancora una volta la sua essenza marcia e fetida. Compiendo un atto infernale, molto presto finirà lui stesso all'inferno e la brillante Daria, senza dubbio, sarà accolta in Cielo. Nonostante la sua giovane età, era una vera guerriera russa. Memoria eterna!". L'agenzia Tass ha fatto sapere che gli investigatori hanno aperto un'indagine per comprendere come, e soprattutto perché, è stata uccisa Darya Dugina. Mosca ha subito puntato il dito contro Kiev, parlando apertamente di terrorismo di Stato.

Affermazione rispedita al mittente da Mykhailo Podolyak, principale consigliere del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: "L'Ucraina non ha nulla a che fare con l'omicidio della figlia di Dugin". Tante le ipotesi sul tavolo. In una Russia che, forse, oltre a un nemico esterno si trova ora anche a fare i conti con i fantasmi di casa.

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