È morto James Dresnok, l’ultimo disertore Usa fedele alla Corea del Nord

È morto James Joseph Dresnok, l’ultimo soldato Usa ancora in vita tra quelli che disertarono dopo la guerra di Corea e giurarono fedeltà al regime nordcoreano

Screenshot da Bbc
Screenshot da Bbc

È morto James Joseph Dresnok, l’ultimo soldato statunitense ad aver disertato e giurato fedeltà alla Corea del Nord rimasto ancora in vita.

Era rimasto fedele fino all'ultimo: poco prima di morire, alla fine dell’anno scorso, aveva confermato la sua fedeltà al dittatore Kim Jong-Un. A dare l'annuncio della sua scomparsa sono stati i figli dell'uomo.

“Nostro padre è stato nelle braccia della Repubblica, ricevendo cura e amore dal partito, finché non è morto a 74 anni”, ha detto il primogenito del disertore, che ha cittadinanza nordcoreana e il nome di Hong Soon Chol. Hong Soon Chol, nome americano Ted Dresnok, è nato dalla relazione di James Dresnok con Doina Bumbea, una pittrice romena portata con l’inganno nel paese da agenti nordcoreani.

La vicenda

Nel 1962, l'allora 21enne Dresnok, insieme a tre compagni, aveva disertato dall’esercito a stelle e strisce e si era unito al regime nordcoreano, attraversando la zona smilitarizzata al confine tra le due Coree. I quattro militari statunitensi inizialmente erano stati sottoposti a stretto controllo da parte del regime, ma dopo questo periodo iniziale di osservazione fu loro concesso di rimanere a vivere in Corea del Nord, dove condussero una vita normale, dotata dei comfort dell’epoca.

I quattro disertori comparvero anche come attori in diversi filmati di propaganda del regime. Da allora hanno passato il resto della loro vita in quel Paese. Nel 2007 Dresnok era rimasto l'ultimo dei sei soldati statunitensi che dopo la guerra di Corea avevano disertato gli Stati Uniti per la Corea del Nord ad essere ancora in vita. Il soldato non aveva mai mostrato pubblicamente segni di pentimento della scelta fatta oltre 50 anni fa, anzi, aveva sempre manifestato soddisfazione per la sua scelta di vita.

“Non lascerei la Corea del Nord neanche se ricevessi un miliardo di dollari d’oro su questo tavolo”, aveva detto in un’intervista all’emittente statunitense Cbs. In un’intervista del 2016, Dresnok era arrivato addirittura ad ammonire gli “imperalisti statunitensi” e la loro “follia bellicosa”, minacciando le ritorsioni distruttive del regime.

Il militare aveva anche partecipato a un documentario sulla sua storia e aveva giustificato la sua decisione di disertare l’esercito statunitense dopo che fu mandato in Corea del Sud all'inizio degli

Anni '60, spiegando che la moglie lo aveva lasciato pochi anni prima e che rischiava una condanna nella corte marziale per essere venuto meno ai suoi doveri di soldato: durante un turno, infatti, aveva visitato un bordello.

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