È facile comprendere perché la campagna elettorale di Moon Jae-in, candidato alle presidenziali in Corea del Sud, abbia puntato su temi come la corruzione e un nuovo riavvicinarsi ai vicini-nemici di Pyongyang.
Da un lato c'è il fatto che Moon, nelle scorse elezioni è stato sconfitto da quella Park Geun-hye che oggi è in carcere per corruzione. Dall'altro un'ostilità tra i due Paesi che ha portato in questi anni a molti problemi per entrambi, inclusi i coreani del sud, che con il peggiorare dei rapporti tra Seoul e Pyongyang hanno perso anche quell'area industriale di frontiera, Kaesong, che rappresentava il risultato della diplomazia economica.
Oggi il candidato pacificatore e anti-corruzione è in netto vantaggio, con gli exit poll che lo danno già al 41,4%, confermando sondaggi dai dati assolutamente positivi per il candidato democratico, chiamato a un cambio di passo dopo nove anni di governo di tutt'altro colore.
Moon punta tutto sulla "Sunshine policy", per
continuare su quella strada che aveva già intrapreso da braccio destro di Roh Moo-hyun. Tra gli altri candidati Hong Jun-pyo, pro-Trump e che aveva promesso un messaggio forte a Kim Jong-Un, contrario a quello dei democratici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.