Night stalker: "il predatore della notte". Fu così che Richard Ramirez, uno spietato serial killer americano, passò in rassegna alle pagine più cruente della cronaca nera a metà degli anni '80. Omicida crudele e impietoso nella "città degli Angeli", Ramirez fu condannato alla camera a gas per ben 41 crimini, di cui 14 omicidi. L'esecuzione non ebbe mai seguito per via del decesso prematuro: morì per una insufficienza renale all'età di 53 anni mentre era detenuto nel braccio della morte di San Quintino, nella contea di Marin, in California.
Nel gennaio del 2021, Netflix ha rilanciato la storia del celeberrimo assassino seriale di Los Angeles con una docuserie intitolata "Night Stalker: The Hunt For a Serial Killer", diretta dal regista Tiller Russell, già autore di numerose true crime story come "The Seven Five" (2014) e Silk Road (2021). Chi l'ha vista assicura: è una storia per "stomachi forti". Ma chi era davvero Richard Ramirez?
Chi è Richard Ramirez
Ricardo Leyva Muñoz Ramírez - altrimenti noto semplicemente come Richard Ramirez - nacque a El Paso, in Texas, il 29 febbraio del 1960. Ultimo di 5 figli, ricevette una rigidissima formazione cattolica dalla madre, Mercedes Ramirez. Suo padre Julian, un operaio con trascorsi professionali in polizia, pare infliggesse ai propri figli durissime punizioni corporali. Tuttavia, si ritiene che una circostanza in particolare possa aver inciso sulla condotta criminale di Ramirez. Suo cugino Mike, reduce dalla guerra in Vietnam, si sarebbe vantato di aver oltraggiato numerose vittime, mostrandogli sovente foto di donne decapitate e abusate sessualmente. Ma non è tutto. Quando aveva poco più di 13 anni Richard avrebbe visto Mike sparare alla moglie.
L'attività criminale
L'attività criminale di Ramirez ebbe inizio il 17 marzo 1985, a Los Angeles. La prima vittima fu la 22enne Maria Hernandez, aggredita mentre si trovava all'esterno della propria abitazione. Subito dopo Ramirez si introdusse in casa della ragazza, dove aprì il fuoco contro il 34enne Dayle Okazaki ferendolo a morte. Dopo circa un'ora tornò a colpire a Monterey Park. Stavolta ne fece le spese la 30enne Tsai-Lian Yu: la giovane fu uccisa con una scarica impietosa di proiettili dopo essere stata trascinata fuori dall'abitacolo della propria auto.
Il 27 marzo dello stesso anno Ramirez scaricò la furia omicida contro altre due vittime innocenti. Si trattava dei coniugi Vincent Zazzara di 64 anni e sua moglie Maxime di 44, aggrediti all'interno della propria abitazione di Whittier, nella contea di Los Angeles. La donna riportò diverse coltellate al corpo, un'incisione a T sul seno sinistro e le furono persino cavati gli occhi. L'autopsia stabilì che le mutilazioni erano state inferte post-mortem, circostanza che indusse la polizia a valutare l'ipotesi di un assassino "demoniaco" nella "Città degli Angeli". Il sospetto che si trattasse di un serial killer fu confermato dalle perizie balistiche: i proiettili ritrovati sul praticello antistante la villetta dei coniugi Zazzara erano dello stesso calibro di quelli rinvenuti nel misterioso caso dell'omicidio Monterey Park appena una settimana prima. I residenti furono invitati a tenere "ben chiuse porte e finestre" durante le ore notturne: Night Stalker, così come lo soprannominò la stampa locale, avrebbe potuto colpire ancora.
Due mesi dopo, nel pieno della stagione primaverile, Ramirez aggredì una coppia di anziani cinesi: Harold Wu, 66 anni, e sua moglie Jean Wu, presa a pugni, legata e poi violentata. Ma per ragioni del tutto inspiegabili non li uccise. Il 29 maggio del 1985, il serial killer assaltò con un martello le sorelle Keller, entrambe ultraottantenni. Una delle due riuscì a sottrarsi alla furia dell'assassino, l'altra fu barbaramente massacrata e il suo corpo oltraggiato. Ramirez disegnò nell'interno coscia dell'anziana un pentagramma oltre a imbrattare la stanza di simboli satanici con un rossetto rosso. Il giorno dopo fu il turno di Ruth Wilson, anch'ella legata, violentata e sodomizzata post-mortem.
Nell'estate dello stesso anno altre tre donne furono uccise. Il 5 luglio Whitney Bennett, 16 anni, fu aggredita con un ferro da stiro. Due giorni dopo, toccò a Linda Fortuna, 63 anni, che però riuscì a salvare la pelle. Il 20 luglio, Ramirez colpì nella Sun Valley. Dapprima sparò a un uomo di 32 anni, Chitat Assawahem, e a sua moglie Sakima, 29 anni, poi a una coppia di Glendale, Maxson Kneiding, 66 anni, e sua moglie Lela. Entrambi furono uccisi e i loro cadaveri mutilati. Il 6 agosto Christopher Petersen, 38 anni, e sua moglie Virginia, di 27, furono colpiti da arma da fuoco alla testa ma entrambi sopravvissero miracolosamente. L'8 agosto il "predatore della notte" aggredì i proprietari del Diamond Bar, sparando fatalmente ad Ahmed Zia, 35 anni, e violentando sua moglie Suu Kyi, 28 anni, sodomizzata e costretta a una fellatio. Successivamente Ramirez si spostò a San Francisco dove uccise a colpi d'arma da fuoco un uomo di 66 anni e la moglie.
Sulle tracce dell'assassino
La svolta nelle indagini, iniziate già al tempo del terzo omicidio, giunse il 24 agosto del 1985. Ramirez si diresse a Mission Viejo, una città distante circa 50 miglia da Los Angeles. Qui fece irruzione nell'appartamento di una coppia di fidanzati, Bill Carns, 29 anni, e Inez Erickson, di 27. Dopo aver stuprato e costretto a un rapporto orale la ragazza, il killer seriale si diede alla fuga a bordo di una station wagon Toyota di color arancione. Il dettaglio non sfuggì alla vittima che, subito dopo l'assalto, denunciò l'accaduto alla autorità locali fornendo l'identikit dell'aggressore. Successivamente, l'auto fu identificata da un ragazzino che ne annotò il numero di targa. Il veicolo fu ritrovato dalla polizia quattro giorni dopo la brutale violenza: su di essa vi erano impresse le impronte digitali dell'assassino. Il 31 agosto del 1985 la foto segnaletica di Ramirez fece il giro di tutti i quotidiani principali della California. Il giorno successivo il fuggitivo fu fermato da una folla inferocita a Los Angeles mentre tentava di dileguarsi. Il "predatore notturno" scampò il linciaggio finì in gattabuia.
Il processo e le condanne
Il processo cominciò il 22 luglio 1988. Due mesi più tardi alla data del 20 settembre 1989, Ramirez fu dichiarato colpevole di 13 capi di imputazione per omicidio, 5 tentati omicidi, 11 aggressioni sessuali e 14 furti con scasso.
Night stalker fu condannato alla camera a gas ma l'esecuzione non ebbe mai seguito per via del decesso prematuro: Ramirez morì per una insufficienza renale all'età di 53 anni mentre era detenuto nel braccio della morte di San Quintino, nella contea di Marin, in California. Durante la prigionia sposò Doreen Lioy, la direttrice di una rivista locale a cui Ramirez dedicò i suoi ultimi quadri prima di svestire per sempre i panni dell'assassino seriale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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