Nucleare, a Teheran si fa festa. Israele fa la voce grossa. Resta il nodo delle sanzioni

Il gabinetto di sicurezza israeliano, convocato oggi da Netanyahu, respinge l'intesa di Losanna. Critiche anche dall'Arabia Saudita. In Iran invece si fa festa per le strade

Nucleare, a Teheran si fa festa. Israele fa la voce grossa. Resta il nodo delle sanzioni

A Teheran continua la festa, dopo l'accordo sul nucleare siglato ieri a Losanna tra il 5+1 e l’Iran. Ed è una festa che coinvolge la popolazione, scesa in piazza quasi fosse la vittoria di un mondiale di calcio. Soddisfatto anche il governo di Teheran: "Nei colloqui abbiamo perseguito una serie di obiettivi seri - ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarife - in base all'intesa quadro raggiunta, pensiamo di avere ottenuto i nostri obiettivi". II capo negoziatore iraniano ai colloqui sul nucleare, Abbas Araqchi, osserva soddisfatto che con l'accordo raggiunto "il programma nucleare iraniano è internazionalmente valido e riconosciuto e questo è per noi il più grande successo".

Da ogni parte del mondo si commenta l'intesa di ieri, che pone limiti a Teheran per i prossimi dieci anni in cambio della revoca delle sanzioni, ma con una serie di verifiche e attenti controlli per evitare sorprese. Israele non ha gradito, e ripete che l’unico obiettivo dell’Iran è ottenere la bomba atomica. Come previsto il gabinetto di sicurezza, riunito stamani dal premier Benjamin Netanyahu, ha bocciato all’unanimità l’intesa sul programma nucleare. Il premier fa sapere di "opporsi con veemenza" all'intesa. In un tweet, riportato dal suo portavoce Mark Regev, il premier dice a gran voce che "Israele chiede che ogni accordo finale con l’Iran includa un chiaro e non ambiguo riconoscimento del diritto di Israele di esistere".

"L’intesa di Losanna - ha spiegato Netanyahu - lascerà l’Iran con in piedi una vasta infrastruttura nucleare. Toglierà le sanzioni quasi immediatamente e questo nel momento stesso in cui l’Iran sta aumentando le sue aggressioni e il terrore nella regione ed oltre. In pochi anni l’accordo toglierà le sanzioni sul programma nucleare rendendo possibile all’Iran di avere un massiccia capacità di arricchimento che potrà essere usata per produrre molte bombe nucleari in una questione di mesi". "Un accordo simile - ha continuato - non blocca la strada iraniana alla bomba ma lastrica la via di Teheran alla bomba. E può molto facilmente scatenare una corsa alle armi nucleari nel Medio Oriente aumentando grandemente i rischi di una guerra terribile":

Scetticismo anche da parte dell’Arabia Saudita, con re Salman bin Abdulaziz al-Saud che in una telefonata con Obama ha espresso la speranza "in un accordo definitivo vincolante che porterà al rafforzamento della sicurezza e della stabilità nella regione e nel mondo".

Obama, visibilmente soddisfatto (ma come sottolinea il Washington Post non festeggia ancora), sottolinea che l'intesa fermerà la bomba atomica. Ma deve fare i conti con i Repubblicani, che a Washington hanno la maggioranza in entrambi i rami del Congresso. Il presidente della Camera Usa, John Boehner, ha già respinto l'accordo e parla di un "allarmante discostamento" dagli obiettivi iniziali della Casa Bianca. "La mia preoccupazione immediata è che l'amministrazione segnali che allevierà sanzioni a breve termine", ha proseguito, aggiungendo che "al Congresso deve essere permesso di rivedere in modo completo i dettagli di ogni accordo prima che vengano eliminate sanzioni". La commissione per le relazioni estere del Senato, presieduta dal repubblicano Bob Corker, inizierà a votare il 14 aprile su un progetto che consente al Congresso di promuovere o bocciare l’intesa. "Se un accordo finale - afferma Corker - sarà raggiunto, gli americani tramite i loro eletti devono aver l’opportunità di pesare per assicurarsi che l’intesa elimini la minaccia del programma nucleare dell’Iran".

E l'Europa? L’Alto Rappresentante della Politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, ha definito l'accordo un "messaggio di speranza e di fiducia" al mondo e di "una sconfitta per i falchi di entrambe le parti". Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, da parte sua, ha ammesso che sulla spinosa questione del calendario per la revoca delle sanzioni all’Iran "non è ancora stata trovata un’intesa" e "non sarà facile" trovarla. Insomma, non è tutto rose e fiori.

La Russia è soddisfatta. L'accordo, secondo il ministero degli Esteri russo Sergei Lavrov, contribuirà alla sicurezza in Medioriente, anche perché Teheran non sarà in grado di aumentare la propria partecipazione attiva nei conflitti della regione. "Il risultato è incoraggiante. Stabilisce un quadro politico sui modi per risolvere i principali problemi e offre buone possibilità" per un accordo definitivo.

Intervenendo in una conferenza stampa a Biskek, capitale del Kirghizistan, Lavrov ha ricordato che gli esperti internazionali e iraniani devono presentare prima del 30 giugno un "documento dettagliato" sul programma nucleare di Teheran, che includerà "i passi che l'Iran deve intraprendere e anche in che maniera saranno revocate le sanzioni".

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