Nuova kill list dell'Isis: ci sarebbero anche degli italiani

Diffusi su Telegram 8318 indirizzi di persone. E’ ritenuta la prima kill list globale diffusa dal califfato.

Nuova kill list dell'Isis: ci sarebbero anche degli italiani

Indirizzi di posta elettronica e recapiti fisici di 8318 persone. È ritenuta la kill list più numerosa mai diramata dall'Isis che, nelle ore scorse, avrebbe ordinato alle cellule dormienti sparse nel mondo di attivarsi per “vendicare i musulmani”. La lista, diramata dagli hacker che si identificano come United Cyber Caliphate, è stata diffusa lunedì notte sull’applicazione di messaggistica Telegram. L’immagine a corredo della lista, scritta in inglese ed arabo, è stata nuovamente pescata dal mondo dei video game. Il mondo intero – si legge – non potrà fermare lo Stato islamico. E’ ritenuta la prima kill list globale diffusa dall’Isis. Le precedenti riguardavano, in prevalenza, soggetti statunitensi. Ci sono anche alcuni italiani.

La lista dell'Isis

Nella nuova kill, list scoperta dai programmatori del gruppo Vocativ, si trovano indirizzi e recapiti di posta elettronica di 7848 americani. Tra questi sono1.445 quelli residenti in California: dovrebbero essere personaggi famosi della Silicon Valley e di Hollywood. 643 indirizzi sono stati identificati in Florida, 341 a Washington, 333 in Texas, 331 nell’Illinois e 290 a New York. Sono 312 i canadesi, mentre 69 gli australiani. 39 gli inglesi su cui pende una sentenza di morte emessa dallo Stato islamico. Nella lista sono stati inseriti soggetti residenti in Belgio, Brasile, Cina, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Guatemala, Indonesia, Irlanda, Israele, Italia, Giamaica, Nuova Zelanda, Trinidad e Tobago, Corea del Sud e Svezia. Vocativ non ha diramato ulteriori dettagli sui soggetti inseriti nella lista: quest’ultima è stata rimossa poche ore fa. Non è chiaro se le informazioni pubblicate fossero già di pubblico dominio, così come avvenuto in precedenza. Dubbi, infine, sulla minaccia reale delle kill list, periodicamente pubblicate ed aggiornate dallo Stato islamico. Potrebbero rientrare tra gli strumenti utilizzati dal califfato per fini propagandistici.

Da Berlino, sede centrale di Telegram, comunicano che soltanto nelle ultime 96 ore sono stati bloccati 78 canali che trasmettevano propaganda Isis in 78 lingue. Non vi è alcuna prova, ad oggi, che un lone wolf possa aver agito dopo aver ricevuto un ordine su Telegram.

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