La nuova vita di Amanda Knox: Cappuccetto rosso, i viaggi, i gatti

Amanda Knox ha reso pubblico il suo profilo Instagram: tra le foto postate ce ne sono alcune in cui è travestita da Cappuccetto rosso, altre in viaggio e con i suoi gatti

La nuova vita di Amanda Knox: Cappuccetto rosso, i viaggi, i gatti

A due anni dall'assoluzione definitiva per l'omicidio di Meredith Kercher, Amanda Knox ha deciso che è arrivato il momento di tornare a vivere pubblicamente la sua vita.

La 29enne americana, che da quando era tornata a Seattle nel 2011 ha mantenuto un basso profilo, ha aperto al pubblico il suo profilo Instagram finora impostato sulla modalità privata. E gli scatti della statunitense non sono passati inosservati.

In particolare, stanno facendo il giro del web due foto decisamente bizzarre scattate nella Foresta Nera, in Germania, dove la giovane, travestita da "Cappuccetto Rosso" viene insidiata da un uomo che veste i panni del lupo cattivo. Due scatti ambigui che si prestano a diverse interpretazioni e che stanno facendo discutere il popolo del web.

Tra le altre foto pubblicate nel profilo della giovane americana ci sono quelle scattatte nei viaggi compiuti in giro per il mondo assieme all'attuale convivente, Christopher Robinson. E poi numerosi scatti con i loro gatti (GUARDA LE FOTO).

È stata la stessa Knox ad annunciare lo sblocco del suo profilo Instagram tramite Twitter. "Cosa sta succedendo? Beh, ho reso il mio Instagram pubblico, dateci un'occhiata", ha cinguettato ieri.

Oggi Amanda vive a Seattle e lavora come giornalista freelance per il Seattle Herald, la testata della città americana sulla costa pacifica di cui la Knox è originaria.

La vicenda giudiziaria

Mentre si trovava in Italia per un programma di scambio è stata accusata dell'omicidio della sua coinquilina, Meredith Kercher, studentessa inglese in Erasmus, avvenuto a Perugia il 1º novembre 2007. Segue un lunghissimo e travaglio iter giudiziario. Amanda fu condannata in primo grado, assieme a Raffaele Sollecito, il suo ragazzo di allora, dalla Corte d'Assise di Perugia nel 2009, ma poi i due furono assolti e scarcerati dalla Corte d'Assise d'appello nel 2011.

La Corte di Cassazione, però, nel 2013 annullò la sentenza assolutoria d'appello e rinviò gli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze. Quest'ultima, un anno dopo, sancì nuovamente la colpevolezza degli imputati, condannando Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni di reclusione.

Infine, il 27 marzo 2015, la Suprema Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria: ha annullato senza rinvio le condanne a Raffaele e Amanda, assolvendoli in via definitiva.

Di quella vicenda giudiziaria e degli anni passati in carcere, Knox ha scritto un libro ed è stata anche protagonista di un documentario, oltre ad aver rilasciato alcune interviste.

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