Nei giorni scorsi le autorità ucraine avevano già lanciato un allarme in merito al possibile pericolo di inquinamento radioattivo proveniente dall'area situata nei pressi della centrale di Chernobyl. Adesso la situazione torna ad essere preoccupante, visto che le attività in loco dell'esercito russo avrebbero provocato il sollevamento di "nuvole di polvere radioattiva".
Che cosa succede a Chernobyl
I dipendenti della centrale nucleare di Chernobyl hanno ricostruito quanto starebbe accadendo in uno dei luoghi più delicati dell'Ucraina. A quanto pare, le forze del Cremlino che hanno preso il controllo della struttura e delle aree circostanti nel nord del Paese avrebbero guidato senza protezione né equipaggiamenti anti radiazioni in una zona altamente tossica chiamata Foresta Rossa, situata a circa 100 chilometri a nord di Kiev. Così facendo, avrebbero sollevato nuvole di polvere radioattiva.
"I soldati russi stanno andando in giro su veicoli blindati nella Foresta Rossa, altamente tossica, che circonda il sito della centrale nucleare di Chernobyl senza protezione dalle radiazioni, sollevando nuvole di polvere radioattiva": è questo, in sostanza, l'ultimo allarme che mette in apprensione il mondo intero. Due addetti della suddetta centrale citati dal Guardian hanno inoltre aggiunto che recarsi senza protezione nella Foresta Rossa, che è la parte più radioattivamente contaminata della zona intorno a Chernobyl, è stato "un suicidio".
Una situazione delicata
L'esercito russo ha preso possesso della centrale di Chernobyl praticamente all'inizio dell'operazione militare in Ucraina. In seguito, l'Ispettorato nucleare statale ucraino aveva riscontrato un aumento dei livelli di radiazioni a causa dello spostamento di pesanti veicoli militari transitati nell'area. Fino a questo momento non erano tuttavia emersi dettagli su cosa fosse esattamente successo. Adesso ecco arrivare l'allarme riferito alle nuvole di polvere radioattiva.
I due lavoratori anonimi che hanno lanciato l'allarme e parlato con Reuters erano in servizio quando i carri armati russi sono entrati a Chernobyl, lo scorso 24 febbraio, e preso il controllo del sito. Ricordiamo che all'interno della struttura il personale è ancora responsabile dello stoccaggio del combustibile nucleare esaurito e della supervisione dei resti del reattore rivestiti di cemento esploso nel 1986.
Incendi e inquinamento radioattivo
Il 27 marzo le autorità ucraine avevano segnalato la presenza decine di estesi incendi nei paraggi della centrale. La causa delle fiamme sarebbe stata da imputare agli intensi bombardamenti russi che avrebbero bruciato oltre 10mila ettari di foreste. L’area più critica si troverebbe nella cosiddetta zona di alienazione, ovvero quella porzione di territorio ucraino compreso nel raggio di 30 chilometri dal sito della struttura.
In quell'occasione si era registrato un aumento dei livelli di inquinamento radioattivo dell’aria. La Commissaria per i Diritti Umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova, aveva subito acceso i riflettori sugli incendi: "La combustione rilascia radionuclidi nell’atmosfera, che vengono trasportati dal vento su lunghe distanze. Le radiazioni minacciano Ucraina, Bielorussia e Europa".
Le autorità ucraine locali hanno già fatto appello all’Agenzia
internazionale per l’energia atomica (Aiea) affinché questa possa inviare il prima possibile esperti e attrezzature antincendio. Nel frattempo ecco un nuovo e ancor più preoccupante allarme proveniente da Chernobyl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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