A margine dei lavori del G20 a Hangzhou (Cina), Barack Obama prova a ricucire l'asse con Erdogan: gli Stati Uniti contribuiranno a garantire che i responsabili del tentativo di colpo di Stato in Turchia vengano assicurati alla giustizia. Nel primo incontro tra Obama ed Erdogan, dopo il fallito golpe, la Casa Bianca si assume un impegno solenne: "Ci assicureremo che coloro che hanno realizzato queste attività saranno portati dinanzi alla giustizia". Si tratta di un passo avanti verso l’estradizione di Fethullah Gülen? Nemico numero uno di Erdogan, la Turchia ne ha chiesto a gran voce la consegna ma sino ad ora Washington ha sempre risposto dicendo che Ankara non ha fornito prove certe della sua colpevolezza nel fallito colpo di Stato. Ora, invece, dalle parole di Obama sembra esserci un'apertura. Durante l'ultima visita in Turchia, lo scorso 24 agosto, il vicepresidente Usa Joe Biden aveva definito "comprensibile" la "collera" del governo turco nei confronti di Gulen, ma al contempo aveva ribadito la necessità di esaminare le prove prima di valutare l'ipotesi dell'estradizione.
Terminare il lavoro contro l'Isis
Il presidente ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto insieme alla Turchia per indebolire l’Isis in Siria, ma ha sottolineato a Erdogan che "ora occorre portare a termine il lavoro". «I nostri eserciti, il nostro rafforzamento della legge e la collaborazione nell’intelligence hanno contribuito a far retrocedere l’Isis, specialmente lungo la frontiera tra Turchia e Siria. Però ora dobbiamo terminare il lavoro". I due leader hanno convenuto di continuare a sollecitare una "transizione politica pacifica" per la Siria.
Verso un'intesa con la Russia
Obama ha assicurato che il suo governo lavora "giorno e notte" con la Russia per mettere fine alle violenze della guerra civile in Siria e arrivare a un cessate-il-fuoco. Il presidente Usa non ha nascosto il proprio scetticismo date le difficoltà della situazione: "È un lavoro davvero molto complicato".
Una fonte del Dipartimento di stato ha poi aggiunto che un accordo è vicino e potrebbe essere annunciato dal segretario di Stato, John Kerry, e il suo omologo russo, Serghei Lavrov, una volta risolte le questioni in sospeso.
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