Gli Stati Uniti conoscevano già da maggio il luogo di detenzione di James Foley, ma attesero fino a luglio per lanciare una missione - poi fallita - per liberarlo. A sostenerlo è Fox News, che cita proprie fonti.
Secondo l'emittente americana, l'amministrazione Obama avrebbe ritardato le operazioni di ben cinque settimane perché voleva che l'intelligence "lavorasse più a fondo" sul caso di Foley e degli altri ostaggi detenuti dai terroristi del Califfato.
"Abbiamo avuto molte informazioni utili e specifiche su dove erano tenuti in ostaggio", rivela la fonte di Fox News, spiegando che gli uomini di Isis si sentivano così sicuri rispetto ad un possibile blitz statunitense da aver spostato gli ostaggi solo tra pochissime località. In particolare, a inizio maggio Foley e i suoi compagni sarebbero stati rinchiusi nella medesima struttura per almeno tre settimane.
Questa versione smentirebbe quella ufficiale fin qui sempre fornita dalla Casa Bianca, secondo cui l'amministrazione Obama si sarebbe attivata, in coordinamento con l'intelligence, per la liberazione degli ostaggi non appena entrata in possesso delle informazioni decisive.
Ad agosto, il consigliere della Casa Bianca per l'antiterrorismo Lisa Monaco aveva spiegato che il presidente Obama aveva autorizzato l'operazione di salvataggio non
appena si era presentata l'opportunità, aggiungendo che "sfortunatamente" la missione non aveva avuto successo perché gli ostaggi non erano ormai più presenti nei luoghi in cui erano stati identificati in un primo momento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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