Milano, via Negri, quinto piano, sala riunioni della redazione de Il Giornale.it, pomeriggio estivo. Milano è frenetica all'esterno, afosa e concitata come sempre, in netta contraddizione però con il clima che si respira in redazione. Una stretta di mano tra i giornalisti e Gianfranco Ranieri, classe '53, imprenditore comasco, lettore storico de Il Giornale e sostenitore de Gli occhi della guerra. Una presentazione per rompere il ghiaccio e poi un'atmosfera famigliare e una complicità come di una conoscenza di vecchia data da subito a permeare l'incontro. Più che una canonica intervista è una chiacchierata fiume, fatta di passioni, e riflessioni sull'attualità, sul giornalismo, sul progetto de Gli Occhi della guerra. I ''lei'' si infrangono, lasciando libertà ai discorsi e alla presa di coscienza che il giornalismo, il reportage, l'informazione è un che di totalizzante che avviene grazie al lavoro sinergico di giornalisti e lettori, di penne e occhi, di idee e confronti. E' per questo che abbiamo voluto raccontare anche le storie di chi supporta il progetto de Gli Occhi della guerra e crede, come noi, in un giornalismo intramontabile, fatto attraversando i continenti con zaini in spalla e voglia di scoprire il nostro contingente, là dove la storia accade.
Gianfranco Ranieri riflette un interesse assoluto per la contemporaneità e per l'Africa. Stende una cartina del Kenya sul tavolo, Nairobi, Dadaab, Kakuma, Garissa, ( http://www.occhidellaguerra.it/category/africa/kenya/ )ecco i nomi scritti più volte negli articoli del nostro giornale e ora raccontati da Gianfranco. Percorre le località del Paese africano con un dito, narra aneddoti, insegna la storia di quei posti e poi si sofferma vicino alla costa dell'Oceano Indiano ed è lì che esordisce: '' Io ho una grande passione, un amore, per l'Africa e per il Kenya, e questa passione è nata qua sulla costa''. Gianfranco Ranieri è infatti il presidente della Onlus Karibuni e decide di descrivere la sua storia e il legame con la terra dei Masai, incominciando da dove tutto è nato. ''Nel 2004 ero in viaggio con la mia famiglia a Watamu. Una vacanza. Una domenica, dopo la messa, andai dal prete, padre Lino, e gli dissi: ''padre, io lo so che questa spiaggia e questo centro turistico non sono l'Africa, mi porti con lei a conoscere l'Africa vera''. All'indomani padre Lino venne a prendermi e mi portò a vedere i villaggi dove operava: scuole fatiscenti, assenza di tutto e allora qualcosa scattò in me e nella mia famiglia e decidemmo di dar vita al progetto Karibuni''.
Onlus Karibuni nasce 12 anni fa da quel vissuto e ha un fine che lo stesso Ranieri spiega: ''Noi aiutiamo la popolazione africana, ma attenzione, noi aiutiamo ad aiutarsi è questo il nostro scopo. Crediamo che sia fondamentale che l'Africa impari a camminare con le sue gambe. E' per questo, che limitiamo anche il numero dei volontari e la loro permanenza in loco. Noi vogliamo rendere il più autonomo possibile il personale locale ed è fondamentale che chi dirige l'organizzazione nei villaggi, dove ci sono i nostri progetti, sia una persona del posto''. Karibuni, da quando è nata, ha visto coinvolta la famiglia Ranieri e poi amici e anche gruppi del Rotary e del Rotaract. I primi interventi dell'associazione sono stati a Langobaya, dove sono stati costruiti due asili, la scuola secondaria e la primaria: centri che accolgono oltre 700 studenti e poi è stata inaugurata anche una fattoria di 250mila metri quadri. A Gede la Onlus ha dato vita a un ospedale, a Meru sono state avviate più di 300 attività di microcredito e a Malanga e a Shimba Hills un asilo e una fattoria. '' Per noi è importante creare un asilo, una scuola, un dispensario con ospedale, e una fattoria. Attraverso quest'ultima la popolazione intraprende un lavoro, raggiunge un livello di autosufficienza ed è fondamentale rendere le persone autonome e non limitarsi all'assistenzialismo''. Gianfranco Ranieri spiega così i progetti in Africa e poi prosegue: '' Noi abbiamo 200 soci e in base alle donazioni facciamo investimenti che possano permettere alla popolazione locale di sviluppare nuovi lavori e nuove attività. Abbiamo comprato una macchina che produce mattoni e ora vogliamo investire i fondi per l'acquisto di un trattore. Inoltre abbiamo anche progetti paralleli sempre incentrati sul dare un futuro ai giovani. Con il Genoa avevamo dato vita a un scuola calcio. Oltre 500 ragazzi erano stati provinati, 24 erano stati selezionati e 2 oggi giocano in nazionale. Ma per poter proseguire verso il sogno di diventare un calciatore, i giovani dovevano anche avere un ottimo rendimento scolastico. Tutte idee quindi, quelle della Onlus Karibuni, finalizzate a premiare il merito e a insegnare una cultura del sacrificio e del domani''.
Poi in conclusione, parlando con il lettore e sostenitore Gianfranco Ranieri, spazio è stato dato anche all'attualità e lui, da conoscitore dell'Africa ha espresso così il suo punto di vista: '' L'immigrazione, l'emergenza profughi, il poco approfondimento sui media italiani, sono tutti fattori che stanno facendo conoscere l'Africa in modo negativo.
Occorre invece che il continente africano venga raccontato per com'è realmente e per farlo serve un'informazione approfondita e mirata verso un luogo che è sempre più centrale nella nostra contemporaneità''.
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