L’estate è un bel bagno, una partitella con gli amici, una passeggiata con Fido, finalmente libero di divertirsi sulla sabbia. E poi la magia del falò in spiaggia, le canzoni e gli amori. Tutte queste belle cose, però, scordatevele se capitate sulla spiaggia dell’isola artificiale di Odaiba, a Tokyo.
Appena si arriva qui, l’accoglienza la fa un cartellone gigantesco. Impossibile da non vedere e da ignorare. Qui non si può fare (quasi) nulla.
Si può arrivare a Odaiba tramite la monorotaia che la collega alla città oppure imbarcandosi su uno dei tanti battelli che offrono una crociera verso la Baia di Tokyo. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche: dalle navi iperfuturistiche fino ai vascelletti che offrono la possibilità di cenare a bordo (solitamente a base di tempura).
L’isola artificiale avrebbe dovuto rappresentare il cuore pulsante della Tokyo turistica, ipermoderna e scintillante. E rappresentare una delle direttrici di sviluppo urbanistico più importanti della capitale. Ma il progetto “pagò” il fatto di esser capitato proprio in mezzo alla gran crisi che negli anni ’90 mise in ginocchio il Giappone. Ma Odaiba non fu abbandonata e, seppur più lentamente, si trasformò nel “parco giochi” degli abitanti di Tokyo (e dei turisti). Qui ci sono centri commerciali e ristoranti prestigiosi, la Toyota ha deciso di allestire qui uno dei suoi più grandi showroom.
Ma la vera attrazione di Odaiba, amatissima dai giapponesi, è la spiaggia dei divieti. Anche perché, lì nei pressi, c’è la riproduzione della Statua della Libertà per la quale – da queste parti – si va pazzi. C'è anche una vista eccezionale sul nuovissimo e scintillante Rainbow Bridge e sulla città moderna. E poi c'è quella leggenda, che tale è, secondo cui la sabbia di Obaida avrebbe la particolarissima (e apprezzabilissima, fosse vera) caratteristica di non appiccicarsi addosso.
Sulla spiaggia di Odaiba è vietato, severamente, fumare. E questa non è una novità dato che in Giappone non ci si può accendere una sigaretta che nelle smoking area, veri e propri cubicoli per fumatori allestiti qua e là per le città più visitate della nazione.
Qui però il divieto è più ampio e si allarga alle “fiamme libere”. Spizzando con attenzione il disegnino che accompagna il “niet” si capisce subito che ci si riferisce ai falò, ai fuocherelli estivi. Tutto sommato, non si tratta nemmeno di una pretesa così irragionevole. Basta davvero poco, a volte, a causare guai specialmente quando si gioca con il fuoco.
C’è poi il divieto assoluto di giocare, tanto al calcio che al baseball (vero e proprio sport nazionalpopolare lì). Niente palloni, niente palline, niente guantoni e niente mazze. In spiaggia ci si deve rilassare tutti e non si può dar fastidio con il proprio comportamento.
Più o meno questa sembra la stessa ragione che ispira il divieto di lasciar scorazzare liberi i nostri amici a quattro zampe.
I cani sono i benvenuti in spiaggia, a patto che siano debitamente tenuti al guinzaglio dai loro padroni.Infine l’ultima, e “drammatica”, prescrizione: qui è severamente vietato nuotare. E non c’è verso di eludere i divieti né di filmarsi mentre lo si fa, come accade in altri e nostrani lidi.
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