Condannato a morte in Pakistan per dei commenti blasfemi pubblicati su Facebook: è la sorte toccata al trentenne Taimoow Raza, reo di aver insultato Maometto.
L’uomo, hanno riferito i suoi avvocati, è stato dichiarato colpevole di blasfemia per aver insultato il profeta Maometto e la sua famiglia. L'arresto risale all'aprile dello scorso anno: Raza è stato prima denunciato a causa di alcune opinioni espresse sul celebre social network, poi, quando il funzionario antiterrorismo lo ha arrestato al capolinea di un bus, lo ha beccato mentre mostrava ai passeggeri materiale proibito con il suo cellulare, che è stato sequestrato.
Shafiq Qureshi, il pubblico ministero di Bahawalpur, nel Punjab, ha condannato a morte il giovane per aver espresso osservazioni di disprezzo nei confronti del profeta e della sua famiglia. L’avvocato difensore Rana Fida Hussain, riporta la Repubblica, ha dichiarato che si appellerà all’Alta Corte per vedere riconosciuta l'innocenza del suo assistito.
Secondo al Jazeera, si tratterebbe del primo caso del genere e l'arresto sarebbe legato alla nuova strategia di controllo del primo ministro Nawaz Sharif proprio sulla blasfemia online nel Paese. Ma stando a un rapporto del gruppo locale Human Rights Commission, solo lo scorso anno le autorità pakistane hanno arrestato almeno 15 persone, 10 musulmani e cinque di altre fedi, per accuse legate a presunti attacchi dissacratori ai capisaldi dell’Islam.
Anche se finora nessuna esecuzione ufficiale è mai stata effettuata per queste ragioni d’imputazione,
non sono mancate le esecuzioni sommarie da parte della popolazione. Nel Paese fortemente conservatore a maggioranza sunnita,nel passato è bastato anche un semplice sospetto o un'accusa per scatenare linciaggi collettivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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