Papa Francesco torna a parlare del dramma che da anni sconvolge la Siria. In un'udienza nella sala Clementina del Palazzo Apostolico, con i membri del Consiglio di rappresentanza di Caritas Internationalis, il ponefice parla a braccio: "La grande malattia di oggi è la cardiosclerosi. Pensiamo alla Siria. Lì ci sono tanti a fare la guerra, ma ognuno cerca il proprio interesse, nessuno cerca la libertà di un popolo. Non c'è tenerezza, c'è crudeltà. Quello che oggi accade in Siria è un laboratorio di crudeltà".
Bergoglio e gli altri capi delle chiese cristiane sono "costernati per quanto continua ad accadere in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria. Lì - denunciato il Papa - si riversa su centinaia di migliaia di bambini innocenti, di donne e di uomini la violenza terribile di sanguinosi conflitti, che nessuna motivazione può giustificare o permettere. Lì i nostri fratelli e sorelle cristiani, nonché diverse minoranze religiose ed etniche sono purtroppo abituati a soffrire quotidianamente grandi prove. In mezzo a tanto dolore, di cui imploro la fine, ogni giorno - ha detto il Papa nel discorso rivolto all'arcivescovo iracheno Gewargis III - vediamo cristiani che percorrono la via della croce seguendo con mitezza le orme di Gesù".
"A nome di migliaia di cristiani
sfollati in Iraq e Siria e a nome di coloro che hanno già pagato con la propria vita e il proprio sangue la propria fede, Gewargis ha implorato il Papa di pregare affinché venga posta fine al dolore e alle persecuzioni".
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