Dalle baraccopoli agli accampamenti in avenues e boulevards all'ombra della Tour Eiffel. Chiusa una "giungla" di migranti se ne fa un'altra. O almeno è quello che sembra a vedere le immagini che arrivano in questi giorni da Parigi (guarda la gallery).
Migliaia di migranti evacuati dalla cittadina sulla Manica - meta finora di chi sognava di sbarcare sulle scogliere di Dover - si sono infatti riversati in campi a nord della capitale francese. Centinaia di tende e ricoveri di fortuna sono spuntati come funghi tra le fermate della metro di Stalingrad e Jaurès, lungo il Canal Saint-Martin e tra il X e il XIX arrondissement.
"Il campo di Parigi, avenue de Fiandre, e quello di Jaurès e Stalingrado sono al collasso", ha spiegato a Bfmtv Eloisa Mary responsabile dell'ufficio di accoglienza e accompagnamento dei migranti, "Si è passati da 2mila a 3mila persone in due giorni con la chiusura di Calais". Intanto nei campi le file davanti ai luoghi dove vengono distribuiti i pasti aumentano a dismisura. "Tre giorni fa si consegnavano 7-800 pasti", spiega un volontario a LePoint.fr, "Oggi siamo a più di mille... Non so come faremo".
Eppure il prefetto della regione Ile-de-France - che pure ammette la presenza in città di "oltre 2mila migranti" - assicura che non c'è nessun legame tra gli arrivi e lo smantellamento della Giungla di Calais. Stessa opinione che ripete senza sosta il governo, che promette di sgomberare gli accampamenti abusivi.
608px;">"Molti migranti vanno a Parigi" in bus, treno o auto, afferma invece una fonte di polizia. "Difficile dire da dove provengono, ma una cosa è sicura: il fenomeno è aumentato in modo inquietante. E ci sono famiglie con bambini", aggiunge Violette Baranda, eletta al XIX arrondissement
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