Pedro Sanchez, per molti, è il simbolo di come le cose potrebbero andare meglio per la sinistra occidentale ma, al primo giro di boa, pure il premier spagnolo in pectore ha subito una battuta d'arresto.
Il fatto che il leader socialista iberico non abbia raggiunto la maggioranza alla prima votazione utile a garantirgli la possibilità di dare vita a un esecutivo non lascia presagire nulla di buono per la sua parabola politica. Bastano i risultati, che sono stati riportati anche dalla agenzia Lapresse: 170 preferenze contrarie contro 124 voti a favore. A fare la differenza, approfondendo meglio, sono stati gli astenuti: ben 50.
Nel momento in cui scriviamo, significa soprattutto che gli accordi non soddisfano ancora tutte le parti, specie in relazione alla quadra che l'esponente del Pso deve trovare con i massimalisti di Podemos, ma vale comunque la pena rimarcare la certificazione di un dato non smentibile: Pedro Sanchez, ora come ora, non può insediarsi come primo ministro.
Non è ancora detta l'ultima. Il prossimo giorno utile segnato sul calendario è quello di giovedì: avrà luogo un secondo tentativo. In questi tre giorni, insomma, socialisti e populisti di sinistra possono chiudere l'accordo che manca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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