Le portaerei inglesi vulnerabili agli economici missili antinave russi e cinesi

"Cina e Russia hanno immesso sul mercato sistemi economicamente vantaggiosi in grado di mettere fuori uso le portaerei occidentali"

Le portaerei inglesi vulnerabili agli economici missili antinave russi e cinesi

"Gli economici missili antinave prodotti da Russia e Cina ed immessi sul mercato globale, rappresentano una seria minaccia per le nuove portaerei britanniche non equipaggiate per affrontarla. I missili antinave che costano meno di mezzo milione di sterline ad unità, potrebbero mettere fuori servizio la HMS Queen Elizabeth, il cui costo supera i 3,5 miliardi di sterline".

E’ questa la conclusione del Royal United Services Institute (RUSI) in un rapport pubblicato poche ore fa dal titolo Defence Innovation and the UK: Responding to the Risks Identified by the US Third Offset Strategy. Per chi non lo sapesse, il RUSI è il più antico think tank al mondo ed il più autorevole del Regno Unito. Fondato nel 1831, è un istituto di ricerca indipendente.

La classe Queen Elizabeth

La Royal Navy gestisce una flotta di 77 navi. Attualmente, la Gran Bretagna non possiede alcuna portaerei: la HMS Illustrious è stata demolita nel 2014, tuttavia non dovrebbero esserci ritardi per la nuova classe Queen Elizabeth. Due le unita da 64 mila tonnellate previste: Queen Elizabeth e Prince of Wales. Le prove in mare per la HMS Queen Elizabeth sono iniziate lo scorso 26 giugno. La componente aerea sarà schierata entro il 2018, mentre il primo pattugliamento operativo avverrà nel 2020. 18 mesi più tardi entrerà in servizio anche la HMS Prince of Wales. Le unità della classe Queen Elizabeth sono lunghe 280 metri e potranno ospitare 36 F-35B (capienza massima) più un gruppo di volo a rotore. Nelle intenzioni, la nuova componente imbarcata sulla HMS Prince of Wales e sulla HMS Queen Elizabeth, “garantirà una capacità offensiva su vettori seconda soltanto a quella degli Stati Uniti” (Mosca la pensa diversamente).

I costi di acquisizione della classe Queen Elizabeth (due unità) e relativo gruppo aereo imbarcato (F-35B, l’unica piattaforma in grado di operare sul ponte in configurazione STOVL, decollo corto ed atterraggio verticale) sono di 14,3 miliardi di sterline. La classe Queen Elizabeth, secondo il Ministero della Difesa britannico, raggiungerà la piena capacità operativa per il 2026.

Avremo modo di approfondire la questione Shipborne rolling vertical landing per gli F-35B, l’unica procedura che consente di trasportare più carburante e armi e di non sganciare queste ultime in mare prima di ogni atterraggio.

The Reality of Vulnerabilities

Nel secondo capitolo del rapporto, il RUSI analizza le vulnerabilità dei nuovi sistemi d’arma.

“Le capacità avanzate sviluppate dagli avversari del Regno Unito dovrebbero essere un'autentica preoccupazione. Così come rilevato dalla Nato, Russia e Cina hanno sviluppato sistemi d’arma in grado di mettere a rischio le navi di superficie occidentali. E’ questa la medesima visione del RUSI. I russi hanno investito tempo e risorse per sviluppare le loro difese, con tecnologia in grado di impegnare i vettori occidentali. I potenziali avversari del Regno Unito si sono concentrati sullo sviluppo di armi relativamente economicamente sostenibili che possono disattivare o distruggere asset costosi. I governi occidentali sono diventati acutamente consapevoli dei problemi di questo squilibrio finanziario nel contesto della controinsorgenza. Tuttavia, nel contesto interistituzionale sono presenti considerazioni simili: i missili che costano oltre mezzo milione di sterline ad unità potrebbero disattivare un vettore aereo britannico che costa più di 3,5 miliardi di sterline. Una salva di dieci missili (forza ritenuta in grado superare lo sbarramento delle tre postazioni Vulcan Phalanx CIWS e delle quattro torrette da 30mm installate sulla HMS Queen Elizabeth) costerebbe meno di 5 milioni di dollari. Vi è un crescente squilibrio all'interno dell'equazione militare difesa/attacco, guidato dalla veloce diffusione delle tecnologie applicabili a basso costo. Ad esempio, l'Iran possiede da tempo missili anti-nave di derivazione russa e afferma di aver sviluppato una versione supersonica dell’ Hormuz-2. Tali sistemi d’arma devono essere considerati come un elemento chiave contestuale nelle operazioni navali britanniche. In sintesi, la Cina e la Russia sembrano aver concentrato molte risorse (ma non tutte) nel garantire un ventaglio di possibilità letali economicamente vantaggiose in grado di mettere fuori uso i principali e costosi asset occidentali. Un punto fondamentale nella strategia degli Stati Uniti e del Regno Unito è la proiezione”.

Fornire garanzie agli alleati

“Le portaerei sono necessarie per rassicurare gli alleati, dissuadere l'aggressione nemica e prevenire i conflitti. Tuttavia, operano a migliaia di chilometri di distanza. Il concetto è semplice: la migliore tecnologia non si traduce in un vantaggio militare proporzionale in un teatro specifico. Lo sviluppo di capacità significative non richiede un grande investimento di capitale o una conoscenza ampia. E’ necessaria una diversa gestione delle risorse. Essenziale la ricerca di nuove capacità adattative, economicamente sostenibili ed immediatamente accessibili. La minaccia ad ampio spettro non deve essere sottovalutata, pena la sopravvivenza delle operazioni militare del Regno”.

I missili carrier killer

Le portaerei sono la massima espressione della potenza degli Stati Uniti nel globo. Rappresentano un’essenziale piattaforma nello scacchiare geopolitico della proiezione globale. Oltre al ruolo primario di piattaforma d’attacco, forniscono sostegno alle truppe sul campo di battaglia. La mobilità è la loro principale forza. Agendo da acque internazionali, gli Usa (e proporzionalmente anche la Gran Bretagna) non hanno bisogno da alcuna autorizzazione per proiettare la propria potenza. Sono anche però molto costose e potenzialmente vulnerabili. Per fare un esempio prendiamo a riferimento la Cina. La classe Dong Feng, Vento dell’Est, è formata da una serie di vettori balistici intercontinentali a medio e lungo raggio in servizio con la Forza Strategica Missilistica cinese. Il DF-21 è paragonabile al missile a medio raggio Pershing II, sistema smantellato in base al trattato INF. La variante D, missile balistico anti-nave multitestata MARV, è stato progettato specificatamente per distruggere le portaerei statunitensi. Secondo i dati cinesi, il DF-21D raggiungerebbe il bersaglio a mach 10. L’unico modo per eludere un attacco portato da un missile da mach 10 di cui si sconosce l’esatto punto di lancio, sarebbe attraverso l’utilizzo delle contromisure elettroniche. Dovrebbe avere un raggio d’azione di 2500 km e sistema di guida inerziale con radar attivo nella fase terminale. Già nel 2009, commentando il sistema, la CIA disse che “se funzionasse sarebbe assolutamente in grado di perforare ogni difesa esistente”. Con i soldi necessari per costruire una portaerei, i cinesi potrebbero acquistare non meno di 1200 missili DF-21D.

E ancora l’YJ-18 cinese. Viaggia ad una velocità di circa 600 miglia all’ora, di poco inferiore alla velocità del suono ed a pochi metri sopra la superficie del mare. A circa venti miglia nautiche dalla sua destinazione, il missile accelera per tre volte la velocità del suono. La velocità supersonica rende il bersaglio estremamente difficile da colpire. Velocità e lungo raggio dell’YJ-18, così come la sua diffusione su larga scala, potrebbero avere gravi implicazioni sulla capacità di operare liberamente nel Pacifico occidentale in caso di conflitto.L'YJ-18 sarebbe in grado di percorrere 540 km e colpire il nemico con una testata da 330 kg. L’YJ-18 è stato progettato per eliminare il gruppo di battaglia e supporto a difesa del vettore.

L’SS-N-19 Shipwreck russo? E’ un missile antinave corazzato, dal peso di sette tonnellate, lungo dieci metri e con un raggio d’azione di 700 km. Se lanciati a sciame, i missili sono in grado di interagire tra di loro stabilendo la priorità. Equipaggia le Kirov, la Admiral Kuznetsov ed i sottomarini nucleari d’attacco classe Oscar-II.

Il concetto di proiezione oggi

Le portaerei possono operare soltanto in determinati contesti permissivi: praticamente ovunque poco dopo la guerra fredda. L’ascesa della superpotenze come la Cina e la Russia, ha richiesto delle distanze di sicurezza. Ciò significa una limitazione alla capacità di proiezione del potere nel globo e la rivisitazione della strategia aeronavale.

Analizzando la capacità di proiezione, si scopre che la marina più potente del mondo è passata da un raggio d’azione in proiezione di 800 miglia nautiche nel 1996 a 500 nel 2006. Paradossalmente, la riduzione della proiezione imbarcata Usa è coincisa con l’entrata in servizio dei sistemi Anti-Access/Area Denial cinesi e russi e con sistemi d’arma con un raggio d’azione superiore alle mille miglia nautiche.

Dalla seconda guerra mondiale ad oggi, i vettori americani sono stati pensati per supportare piattaforme in grado di assestare un colpo mortale contro i centri nevralgici del nemico. Dal Vietnam ad oggi, la Marina Usa ha continuato a perfezionare la sua capacità di colpire il nemico in profondità, imbarcando a bordo delle portaerei fino ad 80 velivoli multiruolo (negli anni continuamente modificati). La fine della guerra fredda, però, è considerato il punto di rottura. Iniziano ad uscire di scena piattaforme pensate per la penetrazione profonda come l’A-6 Intruder. La decisione di cancellare anche il sostituto dell’Intruder, l’A-12 Avenger II, è oggi considerato uno degli errori più grandi della US Navy.

Con il ritiro del servizio del Tomcat, una piattaforma missilistica per i Phoenix, la Marina iniziò ad imbarcare gli F/A-18 Hornet, originariamente concepiti come caccia per il combattimento manovrato e da attacco leggero.

Gli Stati Uniti mantengono ancora un vantaggio su Russia e Cina sotto il profilo del targeting mentre il dominio sullo spettro elettromagnetico è ormai combattuto ad armi pari.

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