I numeri relativi alle morti causate dalla malaria riescono a dare la percezione di un tragedia pantagruelica: un dramma più silenzioso del ronzio di una zanzara, ma che provoca circa 600mila morti l'anno e, di questi, oltre 400mila sono bambini.
È notizia però delle ultime ore il via libera da parte dell'Agenzia europea dei farmaci (Ema) a Mosquirix. Il primo vaccino contro la malaria, sviluppato dalla GlaxoSmithKline, in collaborazione con la Path Malaria Vaccine Initiative e grazie ai finanziamenti della Bill e Melinda Gates Foundation, è stato accolto con entusiasmo nel mondo medico scientifico. Un traguardo che si pensava irraggiungibile, vista la capacità del parassita Plasmodium nell'adattarsi, modificarsi e quindi resistere agli svariati tipi di farmaci.
Se fino ad oggi, quindi, per combattere la malaria, niente rimaneva più sicuro che i repellenti e le zanzariere, adesso forse si assiste a una svolta storica. Il vaccino, destinato ai bambini tra le 6 settimane e i 17 mesi, ha superato i test di sicurezza ed efficacia dell'Ema e ciò che si attende, ora, è il pronunciamento in merito da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che dovrebbe arrivare entro la fine del 2015.
Un momento solenne nel campo della sanità; medici e ricercatori, però, invitano comunque alla calma. Innanzitutto perchè, dopo 30 anni di ricerca e 550milioni di dollari investiti, per arrivare a un completamento del vaccino occorrono ancora anni di lavoro e altri 250 milioni di dollari. E poi perchè, sebbene Mosquirix simboleggi una concreta speranza per l'avvenire africano, ad ogni modo gli esiti dei test hanno destato qualche perplessità.
In 7 Paesi africani, dove la malaria è endemica e dove il farmaco è stato sperimentato, è emerso infatti che il vaccino è risultato efficace solo nel 56% dei bambini tra i 7 e i 17 mesi e nel 31% di quelli tra le 6 e le 12 settimane e, inoltre, si è constata una perdita di efficacia dopo un anno dalla sua somministrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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