"La storia non deve ripetersi e speriamo che domani non si dichiari nulla, perché rischia di finire come chi lo ha fatto 83 anni fa".
È l'avvertimento che il vicesegretario del Pp (partito dei popolari), Pablo Casado, lancia al presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont, che domani potrebbe dichiarare l'indipendenza della Catalogna durante la seduta del "Parlament" catalano.
"Puigdemont deve parlare con il suo avvocato", dice Casado, "Noi impediremo l'indipendenza con tutte le misure necessarie, senza rinunciare a nessuno strumento della Costituzione nè del Codice Penale". Il riferimento è alla vicenda di Lluís Companys - leader della formazione politica Esquerra Republicana e presidente della Generalitat dal 1934 e durante la Guerra civile spagnola - che fu arrestato, incarcerato e infine fucilato dalle autorità franchiste dopo essere fuggito in Francia.
Le parole di Casado hanno suscitato diverse polemiche proprio per il parallelo con un personaggio simile. Al punto che il vicesegretario dei popolari è stato costretto a scusarsi e precisare che si riferiva solo all'incarcerazione e non alla fucilazione.
Il governo spagnolo è comunque pronto a utilizzare qualsiasi mezzo per evitare l'addio della Catalogna da Madrid. "La Spagna non sarà divisa e l'unità nazionale sarà preservata", ripete il primo ministro Mariano Rajoy al Die Welt, "A questo fine, utilizzerò ogni strumento che ci mette a disposizione la legge. Spetta al governo prendere decisioni e farlo al momento giusto. Abbiamo ascoltato molte persone. Credo che sappiano cosa gli spagnoli pensano e dovrebbero sapere che anche il governo ha chiaro quello che si deve fare".
Rajoy incassa il sostegno politico dei socialisti che si schierano apertamente per la soluzione legalitaria. Il segretario del partito, Pedro Sanchez durante una conferenza stampa a Barcellona assieme al leader dei socialisti catalani, Miquel Iceta, ha ribadito la richiesta ai vertici catalani di "abbandonare" la strada dell'indipendenza unilaterale e di tornare al "dialogo", perchè "siamo ancora in tempo".
Le autorità centrali in Catalogna hanno deciso però di prendere le contromisure in vista di domani.
Il Tribunale superiore di giustizia di Catalogna ha infatti ordinato che a gestire la sicurezza e la vigilanza del palazzo di Giustizia deve essere la Guardia civil (la polizia nazionale) e non più i Mossos d'Esquadra (la polizia catalana).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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