Putin in Iran, Mosca e Teheran sono sempre più vicine

Il presidente russo in visita in Iran per la prima volta dal 2007, ha partecipato al Forum dei Paesi esportatori di gas e ha incontrato i vertici della Repubblica Islamica. Sul tavolo energia, accordi commerciali, lotta al terrorismo e Siria

Putin in Iran, Mosca e Teheran sono sempre più vicine

A Teheran si è aperto oggi il Forum dei paesi esportatori di gas (Fpeg), a cui partecipano i leader di Iran, Venezuela, Bolivia, Guinea Equtoriale, Nigeria, Iraq, Azerbaijan, Turkmenistan, Algeria e Russia, assieme ad altre 19 delegazioni di Paesi produttori. E gli obiettivi sono stati quasi tutti puntati sul presidente russo, Vladimir Putin, che per la prima volta dopo otto anni è tornato nell’Iran del dopo-accordo sul nucleare, che si prepara, come ha affermato il presidente Rouhani nel suo discorso di apertura al Forum, ad un nuovo ruolo da protagonista nel mercato internazionale del gas e dell’energia.

Putin, che l’ultima volta era stato nella Repubblica Islamica nel 2007 per partecipare al summit del Caspio, con la visita odierna fa da apripista ad una importante delegazione di imprenditori e uomini d’affari russi che si recherà nel Paese a metà dicembre per discutere accordi commerciali che, secondo quanto riporta il Financial Times, raggiungeranno il valore di oltre 21 miliardi di dollari. Tra questi, il più importante sarebbe l’acquisto da parte iraniana di cento aeromobili bireattori Sukhoi Superjet 100, realizzati con il contributo dell’Alenia Aermacchi, del gruppo Finmeccanica. Ma che la partecipazione del presidente russo alla terza edizione del Forum di Teheran avesse obiettivi concreti riguardo lo sviluppo della partnership tra i due Paesi, era prevedibile anche con riferimento al decreto firmato dal presidente russo stamane, appena prima di decollare verso la capitale iraniana. Un decreto in cui Mosca, in linea con gli accordi presi a Vienna dal gruppo 5+1 nel luglio scorso, ha cancellato il divieto di scambiare con l’Iran tecnologie e materiali legati ai progetti sull’energia nucleare, per dare il via, in questo modo, alle importazioni da Teheran di uranio arricchito in cambio di uranio naturale.

Sul tavolo degli incontri bilaterali di Putin con le massime cariche iraniane, tra cui il presidente Hassan Rouhani e l’Ayatollah Khamenei, ci sono stati, infatti, anche i dossier energetici e commerciali. L’Ayatollah, in particolare, ha auspicato che il presidente russo e il suo omologo iraniano possano dare in futuro un "impulso significativo alla diversificazione delle relazioni economiche e commerciali" tra i due Paesi. “La Russia ha in programma di aumentare la produzione annuale di gas a 855 miliardi di metri cubi entro il 2035” ha inoltre reso noto il presidente Putin nel suo discorso alla plenaria del Forum, ed è “pronta ad esportare in Asia circa 128 miliardi di metri cubi di gas annuali”.
Mentre l’Iran, secondo quanto ha dichiarato il presidente Rouhani, sarebbe pronto ad aprirsi ad investimenti esteri nel settore degli idrocarburi ed ha invitato la Russia e gli altri Paesi partecipanti al Forum a stringere nuove partnership e ad investire sul potenziale di gas naturale della Repubblica Islamica.

Al centro dei colloqui bilaterali del presidente russo con Rouhani e Khameini, ovviamente, ci sono state anche altre questioni come quella della cooperazione militare, della lotta al terrorismo e della crisi siriana. Proprio oggi infatti l’ambasciatore iraniano a Mosca ha annunciato l’inizio delle forniture dei sistemi anti-missile S-300, che la Russia doveva consegnare a Teheran nel 2007, e che sono state poi bloccate, a causa delle sanzioni internazionali, nel 2010. Si tratta delle stesse forniture che avevano suscitato una dura reazione di Israele nella primavera di quest’anno.

Nell’incontro tra Putin e Khamenei, definito dal portavoce del Cremlino, Peskov, “molto costruttivo”, è stata inoltre concordata la necessità che il futuro politico della Siria venga deciso dal popolo siriano tramite elezioni libere. “Chi afferma di essere sostenitore della democrazia, non potrà opporsi allo svolgimento di queste elezioni”, ha detto provocatoriamente il presidente russo. I due leader si sono poi trovati d'accordo nel rigettare qualunque road map per uscire dall’impasse siriana che preveda “soluzioni politiche imposte dall’esterno”. La guida suprema ha inoltre riaffermato la convergenza di vedute tra Mosca e Teheran riguardo la crisi siriana.

Una convergenza che il presidente Putin ha definito “assolutamente necessaria”, con un Paese, l’Iran, che il capo del Cremlino ha indicato come "un alleato affidabile e fondamentale nella regione e nel mondo". Dalla cooperazione in campo energetico, al commercio, fino alla strategia geopolitica nel Vicino Oriente, quindi, Mosca e Teheran sembrano essere oggi sempre più vicine.

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