Al Qaeda, Hamza bin Laden è un non morto

La morte di Hamza bin Laden resta presunta mentre è incerto il suo reale impatto nelle operazioni di al Qaeda. E' il nome a suscitare fedeltà e rispetto fra i terroristi

Al Qaeda, Hamza bin Laden è un non morto

Al Qaeda non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla presunta morte di Hamza bin Laden. Potrebbero volerci giorni o anni. Pubblicato, intanto, il 193° numero del settimanale al-Naba. Lo Stato islamico non fa alcun riferimento alla presunta morte del figlio di Osama bin Laden. Hamza è il volto pubblico della famiglia bin Laden dopo la morte del padre.

Al Qaeda: il reale impatto di Hamza bin Laden

"Voglio diventare un kamikaze"

Nel momento in cui scriviamo, al Qaeda non ha rilasciato alcun commento sulla presunta morte di Hamza bin Laden. L’ultimo video di Ayman al-Zawahiri caricato sul canale responsabile di tutte le comunicazioni ufficiali del comando centrale di al Qaeda, è Don't Forget Kashmir. La morte di Hamza, qualora venisse confermata, è degna di nota a causa del nome, ma in termini strategici cambierà poco o nulla per l'organizzazione terroristica. Presentato nell'agosto 2015 dal al-Zawahiri, la voce di Hamza bin Laden è stata utilizzata in dieci produzioni ufficiali di al Qaeda. Il suo volto non è mai stato mostrato. Hamza, quindi, è stato coinvolto da al-Zawahiri come testimonial per la propaganda, ma il suo reale impatto nelle operazioni di al Qaeda sono meno chiare. In ogni caso, il suo appeal e carisma come persona sono sempre stati molto limitati: è il nome bin Laden a suscitare particolare fedeltà e rispetto fra i terroristi. Quel nome è stato sfruttato da al-Zawahiri per amplificare il reclutamento della nuova leva di al Qaeda. Hamza rappresenta il legame vitale con il fondatore carismatico di Al Qaeda, quasi universalmente venerato dal movimento jihadista globale. Nel giugno dello scorso anno, ad esempio, Al Qaeda ha celebrato la Jihad e Bin Laden in un numero speciale di al-Haqiqa. Il sette maggio scorso, al-Zawahiri ha sfruttato il ricordo di bin Laden per attaccare lo Stato islamico. Una settimana dopo, il leader di Al Qaeda ha celebrato il fratello ideologico di bin Laden.

Nel momento in cui scriviamo, Ayman al-Zawahiri, leader di al Qaeda, non ha rilasciato alcun video o testo sulla presunta morte di Hamza bin Laden. Potrebbero volerci giorni (meno di una settimana per confermare la morte di bin Laden) o anni. Al-Zawahiri ha due alternative: attuare la strategia dallo Stato islamico per celebrare la morte di Hudhayfah al-Badri, uno dei figli di Abu Bakr al-Baghdadi o quella dei talebani. Questi ultimi nascosero la morte del Mullah Omar per circa due anni. Pur non avendo mai ricevuto alcun titolo ufficiale da al Qaeda, la figura di Hamza bin Laden è certamente più importante di Hudhayfah al-Badri, ucciso la scorsa estate durante un'operazione Inghimasi. Sulla presunta morte di Hamza bin Laden non esiste, ad oggi, una dichiarazione ufficiale degli Stati Uniti. Per il Dipartimento di Stato, Hamza risulta ancora ricercato.

Potrebbe anche trattarsi di un'operazione IW orchestrata dalla CIA. Se così fosse, il governo americano avrebbe orchestrato il "potrebbe essere morto", per tentare di strappare ad al Qaeda dettagli preziosi sulla posizione di Hamza.

Hamza bin Laden non è un leader jihadista

Facciamo subito una premessa: Hamza bin Laden non è certamente un genio del male come Abu Mohammed al-Adnani o Anwar al-Awlaki. Non ha combattuto come suo padre, non possiede l'esperienza operativa di Saif al-Adel e la cultura del palloso Zawahiri. Hamza bin Laden rappresenta il legame vitale con il fondatore carismatico di al Qaeda. Grazie al suo nome ed alla eredità ispiratrice del padre, Hamza avrebbe dovuto chiudere i ranghi jihadisti. Tuttavia se avesse avuto capacità, Hamza comanderebbe da tempo il braccio militare dell'organizzazione terroristica, con guida morale e spirituale affidata ad al-Zawahiri. Quest'ultimo si sarebbe consacrato a guida suprema del leader di al Qaeda fino alla morte. Cià non è mai avvenuto. Hamza è un burattino nelle mani di Ayman al-Zawahiri, ma le sue parole (dettate) possono infiammare migliaia di giovani arrabbiati, repressi, disagiati e senza diritto di voto che vivono nel mondo arabo ed islamico. Nel gennaio del 2017, il Dipartimento di Stato americano ha inserito Hamza bin Laden nell'esclusiva lista dei terroristi globali, designandolo come SDGT o Specially Designated Global Terrorist. All'inizio dell'anno, il Dipartimento di Stato ha posto una taglia di un milione di dollari sulla sua testa. Se Hamza fosse morto, in termini strategici cambierà poco o nulla per l'organizzazione terroristica. Tutte le organizzazione terroristiche sono deliberatamente concepite per garantirne la sopravvivenza, anche dopo la morte dei leader.

L'ultimo messaggio audio di Hamza risale al maggio dello scorso anno. Prestiamo attenzione. Hamza chiedeva attacchi contro l'Occidente per vendicare il padre, ma nei recenti testi strategici al Qaeda suggerisce di evitare tale scontro a favore del consolidamento della sue posizioni nelle aree in cui opera attualmente. Quindi la presunta morte di Hamza è rilevante o no? Dal punto di vista della propaganda si. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la nuova generazione terrorista si è formata con lo Stato islamico e non al Qaeda come entità dominante dell'universo jihadista. Quindi, in termini di propaganda e reclutamento si tratta di un colpo (non letale) per al Qaeda, per la perdita del simbolo unificante tra i jihadisti (a causa del suo lignaggio). Ma questo colpo potrebbe fare la fortuna di al Qaeda e dare via libera a qualche nuovo principe del terrore del Nord Africa o della penisola arabica che possiede capacità e carisma (ricordiamo anche il decentramento attuato per rafforzato il suo modello di franchising e proteggere le sue operazioni locali). E' quindi corretto affermare che qualora fosse morto, si tratterebbe di una vittoria simbolica, che non avrà un impatto significativo sulle attuali capacità operative di al-Qaeda.

Il messìa di al Qaeda

Concepire le organizzazioni terroristiche in maniera romantica è un grosso errore. Se non facesse bin Laden di cognome, Hamza si sarebbe già fatto esplodere da qualche parte (fu l'unico dei figli di Osama ad alzare la mano quando il padre chiese chi volesse diventare un martire). Se fosse diventato il leader di al Qaeda, il suo cognome non lo avrebbe protetto per sempre. Hamza serviva come collegamento generazionale tra la vecchia guardia e l'attuale organizzazione. Ma quello era solo uno dei dei piani per il terzo decennio di al Qaeda. L'idea del messìa jihadista che un giorno avrebbe unito il mondo musulmano nella jihad contro l'Occidente, è romantica ma inverosimile. E' Hamza non era certamente quel messìa. Lo stesso DNA non garantisce le medesime capacità. Al Qaeda non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla presunta morte di Hamza bin Laden. Potrebbero volerci giorni o anni. La domanda da farci è capire chi prenderà il posto del noioso e vecchio Zawahiri, qualora Hamza fosse morto. In cima alla lista c'è Saif al-Adel. Non farà bin Laden di cognome, ma è molto più letale.

Hamza bin Laden, ricompensa fino a un milione di dollari USA

Hamza bin Laden è nato nel 1989 a Jeddah, in Arabia Saudita: è l'erede ideologico e genetico del fondatore di al Qaeda Osama bin Laden. Tramite messaggi audio e video diffusi su internet, ha invocato attacchi terroristici contro gli Stati Uniti ed i suoi alleati occidentali. Ha minacciato attacchi contro gli Stati Uniti per vendicare l’uccisione di suo padre ad opera delle forze armate americane nel maggio del 2011.

Hamza aveva 17 anni quando le squadre del Seal Team Six fecero irruzione nel compound del padre in Pakistan, uccidendo Osama ed alcuni membri della sua famiglia. Erroneamente ritenuto morto dalla CIA (ad essere ucciso fu il fratello Khaled), non è ancora chiaro se fosse presente al momento del raid. Dopo l'11 settembre, Hamza ed altri membri della famiglia di al Qaeda sono fuggiti in Iran

Hamza bin Ladin ha sposato la figlia del terrorista egiziano Abdullah Ahmed Abdullah, alias Abu Muhammad al-Masri, uno dei leader principali di al Qaeda, imputato e rinviato a giudizio nel novembre del 1998 per il suo ruolo negli attentati contro le ambasciate statunitensi del 7 agosto 1998 a Dar Es Salaam in Tanzania e Nairobi, in Kenia. Un video del matrimonio di Hamza è stato sequestrato nella struttura dove viveva Osama bin Laden ad Abbottabad e pubblicato dalla CIA nel 2017. Le lettere di Osama bin Laden sequestrate dalla struttura di Abbotabad, indicano che stava preparando Hamza affinchè gli succedesse alla guida di al Qaeda. In una di quelle lettere, uno dei luogotenenti più anziani di Osama bin Laden, conferma di aver addestrato Hamza in Pakistan.

Lo Stato islamico potrebbe menzionare il figlio di bin Laden?

Lo Stato islamico potrebbe certamente ignorare la morte del figlio di bin Laden, esultare o semplicemente menzionarla su al-Naba. Hamza non ha mai criticato pubblicamente lo Stato islamico. Nei suoi file audio, il figlio di Osama bin Laden ha sempre invocato l'unità del mondo jihadista per contrastare gli Stati Uniti e l'Occidente. Nel 193° numero del settimanale al-Naba, diffuso poche ore fa, lo Stato islamico non fa alcun riferimento alla morte di Hamza bin Laden. Dobbiamo però rilevare un'anomalia. Il 193° numero è stato pubblicato ieri pomeriggio verso le 15,30 e non nella notte appena trascorsa (come di consueto tra giovedì e venerdì). Ciò significa che il numero è stato chiuso prima della notizia della presunta morte del figlio di bin Laden. Lo Stato islamico potrebbe anche ignorare la morte di Hamza. Tuttavia se decidesse di menzionarla, lo farebbe proprio su al-Naba. Amaq e poi il canale Islamic State annunciarono la morte di Hudhayfah al-Badri. Al-Naba non ha mai fatto riferimento alla morte del figlio di al-Baghdadi. E' sempre un problema di autorità dell'architettura Idra.

Per Hamza bin Laden, qualora lo Stato islamico decidesse di menzionarlo, avverrebbe proprio l'opposto. Spetterebbe ad al-Naba ospitare un trafiletto sulla sua morte. Nel momento in cui scriviamo, simpatizzanti ed affiliati di al Qaeda non hanno diffuso alcun commento sulla rete. Senza una conferma ufficiale di al-Zawahiri, la morte di Hamza bin Laden resterà presunta. Fino a prova contraria, Hamza bin Laden è un non morto: anche questa potrebbe essere una strategia.

L'ultimo video di Ayman al-Zawahiri

Via libera ad ogni tipo di attacco contro la comunità cristiana, luoghi di culto compresi

Nel video Don't Forget Kashmir, al Qaeda supporta (senza mai citarla) l'organizzazione Ansar Ghazwat-ul-Hind nella jihad contro le forze indiane nel Kashmir. Ayman al-Zawahiri, confeziona un testo ricco di stupidaggini, affermando che il Pakistan ha venduto i jihadisti all'America. Al-Zawahiri omette che il Pakistan ospita la leadership dei talebani e della rete Haqqani, alleata propria di al Qaeda.

"I mujaheddin devono liberare il Kashmir dalle grinfie dei servizi segreti pachistani, infliggendo colpi implacabili all'esercito ed al governo indiano, in modo da colpire l'economia. L'esercito ed il governo pakistano sono interessati a sfruttare i mujaheddin per obiettivi politici specifici, solo per scaricarli o perseguitarli in seguito. La lotta nel Kashmir non dovrebbe essere vista come un conflitto separato, poichè parte della jihad. Obbligo individuale per tutti i musulmani, è espellere l'occupante miscredente dalle nostre terre. I mujaheddin del Kashmir devono beneficiare del risveglio jihadista globale, stabilendo efficaci canali di comunicazione".

Queste parole sono già state proferite dal leader di al Qaeda, poche ore dopo la strage in Nuova Zelanda. In realtà, nel 2013 Ayman al-Zawahiri stilò delle "linee guida per compiere giusti attentati". Al leader di al Qaeda non interessa minimamente di far saltare in aria uomini, donne e bambini: suo unico scopo è il sostegno popolare, qualcosa che lo Stato islamico ha sfruttato soltanto nella sua prima fase. Al Qaeda, invece, è ben consapevole che senza il sostegno popolare non potrebbe continuare la sua jihad. Anche in questo caso, al-Zawahiri non ha inventato nulla. Il copia ed incolla si basa sui testi strategici di riferimento come Management of Savagery: The Most Critical Stage Through Which the Umma Will Pass.

"Moschee, mercati e luoghi di raccolta per i musulmani non dovrebbero diventare bersagli di esplosioni".

Al Qaeda teme che tali azioni (attentati) possano distorcere l'immagine dei mujaheddin. Al Qaeda si preoccupa della propensione della comunità musulmana alle campagne di propaganda dei governi e dei media occidentali. Al-Zawahiri teme che la comunità musulmana possa definire i suoi mujaheddin come terroristi, assassini e criminali. "L'assenza di linee guida per la sharia potrebbe trasformare i mujaheddin in assassini". Al Qaeda intende comunicare al mondo musulmano e non soltanto ai suoi seguaci, di essere l'unico e legittimo baluardo a difesa dell'Islam. L’obiettivo di Al-Sahab è quello di promuovere i punti di vista e le politiche dell'organizzazione terroristica ed incoraggiare i giovani musulmani ad identificarsi nella jihad globale di al Qaeda. Il 24 aprile scorso, in risposta alle stragi contro le moschee in Nuova Zelanda, al Qaeda emise un ordine di attacco. Lo Stato islamico non necessitava di un ordine di attacco poichè già emesso nel 2016.

Riportiamo un passaggio dell'ordine di attacco di al Qaeda: "O mujaheddin, seguite la scia degli eroi di Charlie Hebdo e colpite i crociati nelle loro basi, nei centri delle loro comunità. Non colpite le loro chiese ed i luoghi di culto occidentali. L'Islam è una religione misericordiosa con gli esseri umani". Lo scorso aprile, Al-Zawahiri ordinò una rappresaglia contro i crociati, ma non contro i luoghi di culto dell'Occidente. Tale passaggio non è stato inserito nell'ultimo video messaggio.

Don't Forget Kashmir potrebbe aver rimosso il precedente vincolo (non colpite le chiese ed i luoghi di culto cristiani), affermando soltanto l'inviolabilità

del sangue e dei luoghi musulmani. Se tale teoria si rivelasse valida, Don't Forget Kashmir annullerebbe il precedente ordine ed autorizzerebbe ogni tipo di attacco contro la comunità cristiana, luoghi di culto compresi.

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