A Kherson i buriati sparano sui ceceni: tensioni nell'esercito dello Zar

In pieno conflitto ucraino e nel momento in cui si dovrebbero unire le forze i soldati russi si dividono: cosa sta succedendo

A Kherson i buriati sparano sui ceceni: tensioni nell'esercito dello Zar

Morale a pezzi, uomini che vengono anche da altri Paesi pur di dare una mano all'esercito di Putin ma soprattutto ammutinamento dei soldati russi nei confronti dei ceceni: è questo quanto rivelano alcune fonti in Ucraina sulla sempre più complicata situazione che non vede una vera e propria supremazia di mezzi e uomini del Cremlino. Addirittura, però, adesso c'è anche il problema interno, soldati della stessa "bandiera" uno contro l'altro. Tensioni e scarsi risultati sul campo stanno creando anche questa situazione paradossale.

Cosa sta succedendo

Putin ha dato il titolo di "Eroe della Russia" a Adam Delimkhanov, alleato del leader ceceno Ramzan Kadyrov che dirige il ramo ceceno di Rosgvardia, la forza militare interna della Russia, come riferito dall'agenzia Nexta. Kadyrov ha mandato in Ucraina le sue truppe, chiamate "Kadyrovtsy" prendendo spunto dal suo cognome tanto è forte il suo ego. A un certo punto, però, la convivenza tra russi e ceceni è iniziata a farsi complicata. Come ricorda il Messaggero, i ceceni non godono affatto di una buona reputazione. Sono stati, infatti, accusati più e più volte di aver violato i diritti umani. È per questo che si sono guadagnati l'appellativo di "macellai" come coloro i quali hanno devastato la città di Bucha.

Perché i russi sono infuriati

Ma qual è l'esatto ruolo di questi ceceni piazzati da Putin a dare una mano all'esercito "ufficiale"? In pratica, devono controllare che i russi non sfuggano al loro compito come accaduto durante le prime fasi della guerra quando una parte del fronte si è ritirato in autonomia con soldati stanchi e senza forse che sono anche arrivati a ferirsi gravemente pur di rientrare in patria simulando di essere stati attaccati dagli ucraini. Ecco, i ceceni devono controllare che tutto ciò non accada, fungono in qualche modo da "supervisori" del loro Zar. Ecco perché, questo loro ruolo non è andato proprio giù a nessuno dei soldati di russi che, dopo i primi tentennamenti, hanno preso in mano la situazione ribellandosi agli oppressori ceceni.

"Aperto il fuoco contro i ceceni"

Un ex combattente dell'esercito ucraino, Victor Kovalenko, ha affermato sul proprio profilo Twitter che i soldati russi avrebbero addirittura aperto il fuoco contro l'esercito "parallelo" agli ordini di Kadyrov. "Nel villaggio occupato di Kiselivka, nella provincia di Kherson, circa 50 soldati russi di nazionalità buriata hanno aperto il fuoco di notte contro compagni ceceni kadyroviani", ha affermato sul social. "Ci sono morti e feriti", ha scritto in seguito. Una situazione paradossale: alle enormi e gravi perdite subìte per mano ucraina, il fuoco interno è sicuramente qualcosa che non depone a favore dei putiniani. Secondo quanto scritto da Kovalenko, le accuse dei soldati russi contro i ceceni sono molto pesanti.

"Invece di combattere al loro fianco li hanno minacciati di ucciderli nel caso si fossero ritirati dal campo di battaglia, si sono appropriati della maggior parte delle provviste, hanno derubato la gente del posto e saccheggiato le case abbandonate dagli ucraini", conclude.

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