Lo scorso anno, grazie alle sue efficaci contromisure anti Covid-19, la Cina è stata l'unica tra le principali economie a registrare una crescita positiva del Pil e del commercio dei beni all’estero.
Aumento del benessere
Il Pil del Paese è aumentato del +2,3% su base annua, superando la soglia dei 100 trilioni di yuan (circa 15,49 trilioni di dollari), mentre l’import-export di beni è aumentato dell'1,9%. La resilienza economica può essere spiegata dalla filosofia di governo e dalle strategie di sviluppo adottate dal governo cinese. Passando dal "garantire cibo e abbigliamento" alla "edificazione di una società moderatamente prospera sotto tutti i profili", il lavoro delle autorità si è incentrato su un unico tema: migliorare i mezzi di sussistenza della popolazione.
Secondo una previsione di McKinsey & Company, oltre il 75% delle famiglie urbane cinesi avrà un reddito disponibile annuo compreso tra i 60.000 yuan e i 229.000 yuan entro il 2022. La classe media cinese si è inoltre espansa a un ritmo sorprendente. Da questo punto di vista, il governo cinese ha dimostrato la sua competenza nella pianificazione degli obiettivi a lungo termine.
Pianificazione strategica e programmazione
Gli esempi di pianificazione strategica più importanti della Cina sono rappresentati dai suoi piani quinquennali. Essi delineano il quadro di sviluppo sociale ed economico con obiettivi mirati e iniziative di riforma. Contribuiscono inoltre a garantire la coerenza e la forza delle politiche, offrendo un ambiente stabile e sicuro per gli investitori domestici ed stranieri. Se la Cina si impegna a elaborare piani quinquennali per la prossima generazione, gli americani fanno piani solo per le prossime elezioni, ha fatto notare Robert Engle, premio Nobel per l'economia degli Stati Uniti.
Un altro fattore chiave che contribuisce al sano sviluppo della Cina è la creatività nell'elaborazione delle politiche. Piuttosto che basarsi esclusivamente sulle teorie di sviluppo economico esistenti, Pechino ha sviluppato teorie e modelli economici in linea con le proprie condizioni nazionali. Ad esempio, la politica di riforma e apertura, varata nel 1978, è il frutto di tali modelli. Se li si calcola secondo l'attuale soglia di povertà, da allora circa 770 milioni di residenti rurali si sono affrancati dalla povertà.
La "doppia circolazione"
Mentre la riforma cinese si appresta a entrare in acque profonde, il PCC guiderà il Paese nell’abbattere le barriere istituzionali e gli interessi costituiti profondamente radicati. Le ultime riforme includono la costituzione di un nuovo modello di sviluppo in cui la grande circolazione interna faccia da principale filo conduttore e in cui le due circolazioni, nazionale e internazionale, si promuovano a vicenda.
Le indicazioni del XIV Piano quinquennale della Cina propongono la creazione di un nuovo modello di sviluppo a "doppia circolazione", la continuazione dell’apertura di alto livello verso l’estero e lo sviluppo di cooperazioni win-win. Francesca Spigarelli, professoressa di economia applicata all’Università di Macerata, in un’intervista esclusiva concessa al CMG ha affermato che nel periodo del XIV Piano quinquennale la Cina costruirà un nuovo modello di sviluppo economico e continuerà ad espandere la domanda interna, presentando importanti opportunità per le imprese italiane.
La stessa Spigarelli ha spiegato che gli scambi internazionali della Cina continueranno la loro espansione, ma la loro struttura si modificherà. Con l’aumento del proprio potere d’acquisto, la Cina importerà più prodotti di alta qualità, cosa che creerà molte opportunità di esportazione per diversi settori italiani.
Uno sguardo al futuro
Secondo un calcolo approssimativo, l’economia cinese rappresenta ormai circa il 20% di quella globale e il suo Pil pro-capite probabilmente supererà il Pil pro-capite globale entro il 2023. La domanda interna cinese, che è diversificata e stratificata, non potrà essere soddisfatta solamente dalla sua stessa offerta e l’upgrading industriale necessiterà della concorrenza e di stimoli provenienti dall’estero. In futuro verrà probabilmente messa in pratica una politica per cui l’enorme domanda interna farà da piattaforma principale e si espanderà l’apertura verso l’estero, promuovendo la circolazione all’estero dei vari fattori quali le merci, i capitali e i talenti.
Da una prospettiva di lungo termine, l'economia cinese si troverà ad affrontare ancora incertezze e instabilità. I decision-maker del governo cinese hanno una chiara comprensione di tutto ciò. John Ross, ex direttore del Dipartimento di economia e politica aziendale di Londra e ricercatore senior presso l’Istituto di finanza Chongyang della Renmin University, durante un'intervista telefonica rilasciata in esclusiva al CMG di Londra, ha dichiarato: "Negli oltre 40 anni trascorsi dal lancio della politica di riforma e apertura, avviata dalla Cina nel 1978, la tecnologia cinese si è basata principalmente sulle importazioni. Tuttavia, nel nuovo periodo, la Cina svilupperà principalmente la propria tecnologia e investirà in essa per promuovere lo sviluppo di tecnologie nuove e avanzate nell'economia nazionale. In questo senso, l'economia domestica cinese sarà dominante e, nel contempo, verranno utilizzate anche le risorse esterne, quindi la ‘doppia circolazione’ della Cina avrà successo".
Secondo un recente sondaggio del Ministero del Commercio cinese, il 99,1% delle aziende straniere ha dichiarato che continuerà a investire in Cina.
Inoltre, i responsabili di 10 società finanziate dall'estero, tra cui Qualcomm, Boston Consulting Group e altre imprese statunitensi, hanno esplicitamente affermato di essere ottimisti sulle prospettive di sviluppo economico della Cina e pienamente fiduciosi circa l’ulteriore crescita delle loro società nel Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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