Una serie di raid aerei condotti dalla coalizione internazionale in territorio siriano hanno permesso ai miliziani curdi dello Ypg di avanzare su posizioni occupate nelle scorse settimane dallo Stato islamico (Is), fino a rimuovere la bandiera nera issata sulla collina di Tall Shair, a quattro chilometri a ovest della città di Kobane.
Gli uomini del gruppo guidato da Abu Bakr al-Baghdadi erano riusciti a raggiungere Tall Shair una settimana fa, dopo una rapida avanzata su Kobane, dove si combatte da metà settembre, e a conquistare diversi quartieri della città, diffondendo immagini di cadaveri massacrati.
Nel fine settimana i curdi hanno organizzato, con il supporto dei raid aerei, un'offensiva che li ha fatti indietreggiare da alcune aree occupate. Kobane si trova in una posizione strategica per l'Is, a pochi chilometri dalla frontiera con la Turchia. L'avanzata dei jihadisti ha messo in fuga circa 200mila persone. Lo staff dell'Ong italiana Intersos ha detto che 2.500 persone sono arrivate nelle ultime due settimane nel campo di Gawilan, nel Kurdistan iracheno.
La Turchia, che pure ha schierato i suoi carri armati al confine, finora non è intervenuta militarmente, restia ad aiutare il Ypg, alleato dei turchi del Pkk. Secondo un responsabile del governo autonomo del Kurdistan iracheno, citato da Al Arabiya, avrebbe anche impedito a un carico "simbolico" di armi inviate in Siria da Erbil di raggiungere le milizie siriane.
La posizione di Ankara continua a essere distante da quella degli Stati Uniti: Erdogan al momento non intende concedere basi aerei da cui far partire i raid contro l'Is. Il premier Ahmet Davutoglu, inoltre, ha accusato il Pyd, il partito siriano a cui sono legati i miliziani che lottano a Kobane, di forti pressioni sui curdi che non condividono il loro punto di vista.
538em;">Oggi il presidente statunitense Barack Obama ha incontrato i vertici delle forze armate di venti Paesi che fanno parte della coalizione anti-Is nella base Andrews, vicino a Washington. L'obiettivo è quello di trovare una nuova strategia contro lo Stato islamico, che sia più efficace degli attacchi aerei, che non hanno arrestato l'avanzata dei miliziani in Iraq e Siria.
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