Inviti a orge con Mick Jagger, soldi e scandali. Ecco il torbido passato di Clinton

La morte del milionario pedofilo, Jeffrey Epstein, ha aperto un vaso di Pandora sulle sue frequentazioni altolocate. Una di queste era l'ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, che fu coinvolto in un festino a luci rosse dall'amico

Inviti a orge con Mick Jagger, soldi e scandali. Ecco il torbido passato di Clinton

Il 2 giugno è uscito “A covenient Death: The mysterious demise of Jeffrey Epstein”, il libro che cerca di far luce sulla morte di Jeffrey Epstein. L’intento del libro non è solo quello di capire se davvero il milionario pedofilo si sia suicidato e chi avrebbe potuto trarre beneficio dalla sua morte. Nel volume, infatti, troviamo ampi capitoli sulle frequentazioni del finanziere, una delle quali particolarmente importante. Parliamo dell’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, che fu un assiduo frequentatore di casa Epstein e passeggero del suo jet privato “Lolita Express”.

Ma cosa legava l’ex presidente della più potente nazione al mondo, ad un esperto di finanza dalle abitudini a dir poco sconvenienti? Come sappiamo, Clinton non è nuovo a scandali di natura sessuale, essendo stato protagonista del Sexgate durante il suo mandato alla Casa Bianca. L'allora presidente fu accusato di aver intrattenuto una relazione extraconiugale con la stagista Monica Lewinsky. Il legame tra Epstein e Clinton iniziò dapprima con le cospicue donazioni che il magnate elargì alla Casa Bianca, per proseguire con i viaggi in Africa per dei progetti di natura benefica. E proprio durante uno dei loro viaggi, il milionario chiese a Bill Clinton di prendere parte ad un festino hard, con diverse ragazze e il cantante Mick Jagger.

A raccontare l’episodio narrato nel libro è Alan Dershowitz, legale e intimo amico di Epstein. “Quando Jeffrey tornò dal suo viaggio in Asia con Bill Clinton, si vantava di aver cercato di coinvolgerlo a partecipare ad un’orgia in una stanza d’hotel con lui, Mick Jagger dei Rolling Stones e parecchie ragazze giovani”, racconta Dershowitz nel libro, aggiungendo: “Epstein era in camera, Clinton entrò e quando vide cosa stava succedendo, immediatamente disse: 'No no, non fa per me' e se ne andò. Questo è ciò che mi raccontò Epstein. Ovviamente c’era un sacco di gente e qualsiasi cosa Clinton abbia fatto, non lo fece in pubblico”.

Nonostante l’apparente riluttanza di Clinton a prendere parte al party a sfondo sessuale, quest’ultimo aveva più di un tratto in comune con Jeffrey Epstein. “È un brillante autodidatta”, disse un giornalista ad uno degli autori del libro, riguardo ad Epstein. E ancora: “Ma è danneggiato dal tornaconto personale. Chi ti ricorda?”. La risposta era ovviamente Bill Clinton, uomo di grande impatto sulle folle, con una preparazione modesta ed attratto dal sesso.

Come Epstein, anche Clinton non riusciva a “stabilire legami d’amicizia profondi” ed “era solito manipolare le persone per arrivare al suo scopo”, diventando così per un lungo lasso di tempo, uno dei “fedelissimi” della cerchia del più scaltro molestatore dell'alta società d’America.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica