“Non abbiamo schierato i caccia di quinta generazione Su-57 in Siria". La Russia ha smentito, categoricamente, il presunto rischieramento in Siria di alcune piattaforme Su-57, “probabilmente equipaggiate con missili ipersonici”.
“Sfortunatamente, alcuni media non capiscono l'essenza delle notizie che pubblicano, facendo affidamento su fonti poco conosciute come i social network. Le foto satellitari dei Su-57 presso la base aerea russa di Hmeymim, in Siria, provengono da Google Maps e sono disponibili per qualsiasi utente. Quelle foto risalgono allo scorso anno”
Su-57 in Siria: ennesimo esempio di Information Warfare?
Mosca ha smentito immediatamente il "secondo" rischieramento dei Su-57 nella provincia siriana di Latakia. Le foto satellitari che hanno fatto il giro del web, provengono da Hmeymim, in Siria, durante il rischieramento dei due Su-57 avvenuto lo scorso anno. Il Ministero della Difesa russo ha negato la presenza della piattaforma della Sukhoi in Siria, accusando anche i media che hanno riportato la notizia. Tutti i principali siti russi riportano la smentita del Ministero della Difesa, ma quali media hanno effettivamente annunciato la presenza dei Su-57 in Siria? Abbiamo eseguito una ricerca. Ebbene soltanto un esiguo numero di siti arabi, armeni e greci hanno riportato la notizia del rischieramento della piattaforma di quinta generazione in Siria. La fonte citata è un utente Twitter. Per il resto, nessun altro portale ha riportato l’episodio. Eppure il Ministero della Difesa ha immediatamente smentito, con dichiarazione ufficiale pubblicata su tutti i siti russi. La tempistica della smentita, avvenuta quasi in tempo reale, è comunque curiosa. Potrebbe trattarsi dell'ennesima azione di propaganda orchestrata dal Cremlino così come avvenuto il 27 novembre del 2015 per svelare lo Status-6, nel giugno del 2016 per i satelliti Repei o il 24 gennaio scorso per il drone Hunter.
Per concludere: noi vediamo ed analizziamo ciò che i russi vogliono mostrarci.
Russia, Su-57 in Siria
Il Cremlino ha sfruttato in diverse occasioni il contesto siriano per acquisire esperienza operativa e come vetrina per mostrare al mondo i nuovi sistemi d’arma sviluppati in patria, così come avvenuto ad esempio per l'Iskander, l'S-400, il T-90, il Pantsir ed il Typhoon. I russi hanno una visione molto più flessibile nel testare i nuovi sistemi d'arma rispetto a quella occidentale. Il 23 febbraio dello scorso anno, Mosca ha schierato nella base di Hmeymim, in Siria, un potente contingente aereo formato da quattro piattaforme di quinta generazione Su-57 in configurazione speciale (propulsori AL-41F1 sviluppati per i Su-35 Flanker-E), quattro caccia multiruolo Su-35, quattro piattaforme di attacco al suolo Su-25 Frogfoot ed un aereo Awacs A-50U Mainstay. Fin dal 2015, Mosca implementa in turnazione quattro piattaforme aeree alla volta: il rischieramento Su-57 in Siria, quindi, era compatibile con la strategia di riferimento.
I quattro Su-57 hanno effettuato test operativi in missioni a medie altitudini, al riparo cioè dalla possibile presenza di artiglieria contraerea e Manpads. Il Cremlino ha confermato dieci missioni e l'impiego di missili da crociera contro postazioni nemiche senza citare il sistema d'arma utilizzato. Sappiamo che proprio nel febbraio dello scorso anno, un Su-57 ha lanciato per la prima volta quello che sembrava essere un missile da crociera Kh-59MK2 dalla sua stiva interna. Lo scorso novembre, il Ministero della Difesa russo ha pubblicato il primo video e diramato alcune informazioni sulle operazioni svolte dai Su-57 in Siria: "Le piattaforme di quinta generazione hanno concluso con successo dieci missioni per validare tutti i sistemi in ambiente operativo. Colpite postazioni nemiche con l'utilizzo di missili cruise".
Oltre alle valutazioni della CIA, il Pentagono ignora le reali capacità operative del Su-57 e che tipo di minaccia potrebbe rappresentare, soprattutto in proiezione futura. Per agilità potrebbe già aver eguagliato l’F-22 Raptor. Se possa essere superiore, questo è tutto da dimostrare. In definitiva, l'esito di uno scontro tra il Raptor ed il Su-57 è sconosciuto.
Considerando che fin dal 2105 il Ministero della Difesa russo ha schierato in Siria dei sistemi d’arma che non rispondevano necessariamente ai requisiti richiesti per svolgere la missione, la presenza dei Su-57 andrebbe vista come una vetrina promozionale per il primo caccia da dominio aereo combat proven sviluppato dalla Russia. I quattro Su-57, infatti, difficilmente avrebbero cambiato gli equilibri di potere nel conflitto siriano. Parliamo sempre di un velivolo sperimentale soggetto a difetti tecnici a causa del suo sviluppo ancora immaturo.
Il vero nemico del Su-57
Considerando il primo contratto siglato dal Ministero della Difesa russo ed i tempi di consegna previsti, la linea Su-57 potrebbe chiudersi con venticinque piattaforme di quinta generazione sulle 800/1000 annunciate. Fino a quando lo sviluppo dei nuovi propulsori non si sarà concluso e nonostante i proclami (per Mosca il Su-57 implementa tecnologia di sesta generazione), la piattaforma non potrà essere considerata di quinta generazione. Ad oggi, il Su-57 della Sukhoi nonostante il suo eccellente design aerodinamico, è classificato in occidente come di 4++, generazione di transizione tra gli aerei quarta generazione avanzata e la quinta. Non è un mistero che il Su-57 ed il Su-35 condividano molti degli stessi sistemi di bordo, compresi i motori.
Speculazioni al momento sulla RCS, o sezione equivalente radar del Su-57. Tutti i dati ufficiali sono classificati. In ogni caso il vero nemico del Su-57 è l’economia della Russia così come confermato a più riprese dal Ministero della Difesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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