Dalla Russia sono certi: "Inutili caccia se sarà guerra nucleare"

Izvestia rassicura i suoi lettori sul ridotto tasso di acquisizione del Su-57: “Una guerra tra la Russia e la Nato sarebbe certamente nucleare”

Dalla Russia sono certi: "Inutili caccia se sarà guerra nucleare"

“Una guerra con la Nato o i suoi alleati sarebbe nucleare. Poco importa su che tipo di aerei voleranno i piloti della Russia”. E’ quanto si legge in un editoriale pubblicato questa mattina sul quotidiano Izvestia. In una settimana, il quotidiano russo ha preso posizione sul destino della portaerei Admiral Kuznetsov e sul caccia di quinta generazione Su-57 in via di sviluppo. L’editoriale è l’ennesimo esempio di Information Warfare.

Russia: bloccare le forniture del Su-57

Comprendere le prospettive del caccia russo di quinta generazione

"Sappiamo che i primi caccia di quinta generazione Su-57, entreranno in servizio nel Distretto Militare Meridionale. Tuttavia parliamo di velivoli ancora in via di sviluppo. Piattaforme mai schierate nella base di Lipetsk per iniziare l’addestramento con il personale di volo. Prima ancora di entrare in servizio, dovrebbe iniziare l’addestramento. Izvestia ha compreso le prospettive del caccia russo di quinta generazione. In linea di principio, se parliamo di test, i dieci prototipi volanti esistenti possono eseguirli senza problemi. Entro il prossimo anno, l’Aeronautica russa dovrebbe ricevere i primi due velivoli con i propulsori della precedente generazione. Il contratto per il secondo lotto di tredici caccia sarà siglato il prossimo anno con inizio della produzione fissata al 2027. In ogni caso, qualora le consegne venissero rispettate, non potremmo formare uno squadrone di combattimento. Vale la pena notare che tale produzione su piccola scala porterà ad un aumento catastrofico del costo di ogni singola unità. Costi molto più alti dell’F-22 e dell’F-35.

Il programma di acquisizione del Su-57 è stato rivisto più volte nel corso degli anni. Fino al marzo del 2015, la Russia avrebbe dovuto ricevere 52 piattaforme Su-57 secondo tale programma di acquisizione: 24 tra il 2016 ed il 2018 e 26 nel biennio successivo. Il programma di acquisizione è stato successivamente rivisto. Dodici Su-57 sono stati acquistati lo scorso anno: i primi due caccia seriali dovrebbe essere consegnati entro il prossimo anno. Si stima una richiesta totale di 200/250 velivoli, con produzione su larga scala che potrebbe iniziare dopo il 2025. Un approccio irto di insidie, poiché la prontezza al combattimento non sarà raggiunta prima del 2028. Intanto, nei paesi della Nato, nel Giappone ed nell’estremo oriente, i caccia di quinta generazione saranno già in servizio. Basti dire che ad oggi sono stati prodotti 400 F-35. Ad ogni modo una guerra con la Nato ed i suoi alleati sarebbe nucleare, quindi non importa che tipo di aereo avremo. Tuttavia vale la pena notare che l’Aeronautica consente di massimizzare la soglia per l'utilizzo delle armi nucleari e di escludere situazioni in cui la risposta strategica è ancora inaccettabile.

La mancanza di forze convenzionali complica il processo decisionale in situazioni di crisi, come negli scontri regionali con avversari avanzati. Avversari con un serio potenziale militare. La soluzione è la medesima attuata dagli Stati Uniti: bloccare le forniture. E’ impossibile ottenere nell’immediato una piattaforma che possa soddisfare pienamente tutti i requisiti tecnici. Impossibile nelle attuali condizioni metterla in servizio. La soluzione è quella di dividere il programma delle consegne in serie di blocchi tecnologici. Gradualmente si otterrà un velivolo che rispetterà gli originali parametri richiesti. Così facendo, i primi velivoli saranno subito utilizzati per l’addestramento e soltanto successivamente saranno aggiornati. Anche con i motori della precedente generazione, il Su-57 presenta caratteristiche di volo sufficienti per l'addestramento. A queste condizioni, l’acquisto in serie del Su-57 è pienamente giustificato. Naturalmente, sorge la domanda sulla dimensione complessiva della spesa militare, ma esistono programmi che possono essere senza dubbio chiusi senza intaccare la capacità di combattimento delle Forze Armate. Possiamo risparmiare su molte cose, ma non sul caccia di quinta generazione”.

Russia: una flotta di venticinque Su-57

Il prossimo anno, Mosca dovrebbe firmare il secondo contratto per la produzione e la fornitura di tredici caccia Su-57, alcuni dei quali equipaggiati con motori di seconda fase, per le Forze Aerospaziali russe. La Russia ha già acquistato dodici caccia di quinta generazione Su-57 sui sessanta inizialmente previsti. Si tratta del primo lotto seriale equipaggiato con i propulsori AL-41F1 della precedente generazione, i medesimi del Su-35 Flanker-E. Considerando il primo contratto siglato dal Ministero della Difesa russo ed i tempi di consegna previsti, la linea Su-57 potrebbe chiudersi con venticinque piattaforme di quinta generazione. Il due luglio scorso il vice Primo Ministro Yuri Borisov ha definito "insensata" l'idea di forzare la produzione di massa del Su-57 considerando le capacità del Su-35, uno dei migliori velivoli al mondo.

L’inverosimile produzione annunciata dal Cremlino per il Programma PAK-FA era di 800/1000 unità esportazioni comprese. L'Aeronautica russa avrebbe dovuto ricevere 160 Su-57 entro il 2020. Non esistono dati sui costi di sviluppo sostenuti. Rispetto alle stime iniziali, il Cremlino potrebbe acquistare complessivamente ed a costi esorbitanti sessanta Su-57 in diversi lotti, venticinque entro il 2035. Sarà il successo dei Saturn Izdeliye 30 a sancire la portata del destino del Su-57, sempre più in bilico dopo l'uscita dell'India dal programma (Mosca ha garantito soltanto un accesso limitato alla tecnologia di quinta generazione sviluppata). Avviata la Low Rate Initial Production, il costo del Su-57 dovrebbe attestarsi sui 120/100 milioni di dollari ad esemplare. Tuttavia il costo unitario sarà determinato anche dalla portata dell’investimento a lungo termine del Cremlino. Il primo Su-57 potrebbe tranquillamente raggiungere i 160 milioni di dollari. Per il Su-57 si prevede un ciclo operativo di quarant'anni.

I primi dodici Su-57,così come annunciato dal vice Ministro della Difesa Yuri Borisov, agiranno in riserva con prima linea affidata agli ancora eccezionali Su-30 e Su-35. Uno squadrone di dodici velivoli significa che soltanto alcuni Su-57 potranno alzarsi in volo in un dato giorno. Le dodici piattaforme di quinta generazione non potranno mai essere schierate per operazioni di combattimento sostenute.

I tempi di consegna del Su-57

Il primo Su-57 operativo equipaggiato con i propulsori della precedente generazione sarà consegnato alle Forze Aerospaziali russe entro l’anno. Il secondo caccia entro il 2020. I dodici Su-57 del primo lotto saranno consegnati entro il 2027. Il contratto per il secondo lotto di tredici caccia sarà siglato il prossimo anno con inizio della produzione fissata al 2027. Infatti nello strumento finanziario di riarmo del Cremlino (2018-2027), non vi è traccia di un secondo lotto Su-57, mentre figurano Su-35S, Su-30SM, Su-34 Fullback e MiG-35 con tassi di acquisizione stimati di 12-18 velivoli all'anno. Il Ministero della Difesa russo si riserverà in ogni caso il diritto di determinare futuri lotti da acquistare, ma la flotta Su-57 potrebbe non eguagliare mai in numero i 183 Raptor (solo 123 convertiti al combattimento) esistenti.

Russia, Information Warfare

In una settimana, il quotidiano Izvestia ha preso posizione sulla portaerei Admiral Kuznetsov (suggerendo la demolizione per gli eccessivi costi ed i reali benefici) e sul tasso di acquisizione del Su-57. Non sono posizioni ostili al Cremlino, poichè quest'ultimo controlla tutti i media del paese. Ogni canale russo, infatti, calibra i contenuti in base al pubblico di riferimento. Tale equazione potrebbe essere scritta in un altro modo: in base alle percezioni del Cremlino (domande, timori, dubbi ed influenza straniera), i media russi (controllati dal governo) calibrano i contenuti per lo specifico pubblico di riferimento.

Nell’editoriale di questa mattina e rivolto al pubblico russo, Izvestia rassicura i suoi lettori sul ridotto tasso di acquisizione del Su-57, “perché alla fine, una guerra con la Nato sarebbe certamente nucleare”. Così facendo, il Cremlino intende suggerire al lettore russo, che l’esiguo numero di Su-57 ordinati e che qualche perplessità interna può aver suscitato, rientra in un preciso ed oculato programma di sviluppo. Ciò non limiterà la forza aerea russa, considerando la produzione di massa delle piattaforme Su-30SM e Su-35. La Russia, un giorno, avrà la sua piattaforma di quinta generazione (Putin ha definito il Su-57 come il migliore caccia al mondo), ma solo quando sarà realmente pronto. Cosi facendo, Izvestia ha giustificato l’attuale situazione del programma PAK-FA, rassicurato i lettori russi (che potrebbero essere stati influenzati dalla stampa straniera sulle sorti del Su-57), fugato possibili dubbi e timori. Il vero fine dell’editoriale è alimentare nel lettore la fiducia nelle scelte delle istituzioni (“esistono programmi che possono essere senza dubbio chiusi senza intaccare la capacità di combattimento delle Forze Armate”) per il bene collettivo.

L’editoriale sul caccia di quinta generazione Su-57, rispecchia in pieno le posizioni del Cremlino (il vice Primo Ministro Yuri Borisov ha definito insensata l'idea di forzare la produzione di massa del Su-57 considerando le capacità del Su-35). L'editoriale è un eccellente esempio di Information Warfare ad uso interno.

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