Un sacerdote messicano è stato ucciso durante la giornata di ieri al termine della Santa Messa. Juan Miguel Contreras Garcia, secondo le prime ricostruzioni, è stato freddato da un commando nella parrocchia di San Pio da Pietrelcina di Tlajomulc.
Il prete, che aveva solo trentare anni, pare si trovasse nella Chiesa interessata dall'episodio per sostituire un altro parroco che aveva ricevuto minacce di morte dai gruppi criminali della zona. Le fonti locali, da quanto si apprende su Vatican News, dicono che è stato un manipolo di persone e non un singolo uomo a irrompere alla fine della celebrazione. L'omicidio potrebbe rientrare nelle continue ripercussioni che sacerdoti, giornalisti e singoli attivisti, tutti a favore della promozione dei diritti umani, subiscono a causa dei loro gesti e delle loro posizioni: i narcotrafficanti non sembrano voler fare sconti di sorta.
Sempre il portale vaticano riferisce di un ulteriore omicidio compiuto mercoledì scorso ai danni di un altro sacerdote, padre Rubén Alcántara Díaz. La Conferenza episcola messicana ha immediatamente diramato un appello volto alla costruzione di una "cultura di pace":"Questi eventi deplorevoli - hanno sottolineato i vescovi della nazione sud americana - ci chiamano tutti a una conversione molto più profonda e sincera. Chiediamo alle autorità competenti di fare luce su questo drammatico episodio e di agire secondo giustizia". L'episcopato messicano ha anche chiesto di deporre le armi, ma anche il rancore, la vendetta, l'odio e gli altri sentimenti distruttivi.
Durante la presidenza di Enrique Peña Nieto, come dimostrano i dati del Centro Catolico Multimedial, sono stati uccisi più di venti sacerdoti. Il dramma dei preti ammazzati perché in opposizione alle bande dei narcotrafficanti, per quanto in questo caso si tratti ancora solo di un'ipotesi, pare destinato a continuare.
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