Le sanzioni a Mosca affondano le imprese italiane in favore dei Brics

Il ministro dell Finanze russo Serghei Ulykayev durante il vertice dei Brics: "L'embargo alimentare libera nicchie di mercato che molti vogliono occupare"

Le sanzioni a Mosca affondano le imprese italiane in favore dei Brics

Le sanzioni alla Russia per le imprese italiane non sono solo un problema attuale. Ma anche futuro. Le aziende dell'export, infatti, non solo hanno perso enormi quantità di fatturato a causa delle mancate esportazioni in un mercato in espansione come quello di Mosca, ma rischiano di essere rimpiazzate da altre potenze economiche. E se il sorpasso avverrà, sarà praticamente impossibile tornare competitivi.

"Ci stanno sostituendo sugli scaffali - ha detto al giornale.it un'imprenditrice italiana nel settore agroalimetare - e se anche tra qualche anno togliessero le sanzioni a quel punto noi non avremo più spazio nel mercato russo". Ed è quello che sta accadendo. Lo ha certificato oggi anche il ministro delle Finanze russo, Serghei Ulyukayev, a margine del summit di Ufa tra i paesi Brics e l'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco). "Direi che alcuni elementi del regime sanzionatorio non solo non sono motivo di scoraggiamento per i partner Brics e Sco, ma con più probabilità rappresentano un motivo di maggiore interesse", ha detto durante la conferenza stampa conlcusiva. E questo proprio grazie a quello spazio sugli scaffali lasciato libero soprattutto dalle aziende italiane. "L'embargo - ha aggiunto - libera alcune nicchie di mercato che molti vogliono occupare".

A farlo potrebbero essere proprio i parner Brics

della Russia. Che anche oggi ha lanciato un monito all'Occidente: le sanzioni non spaventano Mosca, ma ne stanno modificando le politiche economiche e geopolitiche. Che la allontanano dall'Europa e la fanno rivolgere altrove.

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