Scafisti, mafie, governi: chi favorisce la migrazione?

Milioni persone in movimento. Muri, eserciti e leggi speciali si stanno rivelando inutili. Chi c'è dietro a questo business?

Kos: i migranti improvvisano un sit-in di protesta contro le condizioni (inesistenti) dell'accoglienza
Kos: i migranti improvvisano un sit-in di protesta contro le condizioni (inesistenti) dell'accoglienza

Intendiamoci, anche senza aiuti migrerebbero comunque. Non si possono trattenere milioni di uomini con la forza: né muriesercitileggi speciali serviranno ad evitare lo spostamento in massa di chi fugge da guerre e povertà.

Eppure, c'è un eppure. Perché milioni di persone in movimento significano milioni e miliardi di euro che si spostano e la lista di chi è pronto a lucrarci sopra è lunga.

Grandi e piccole mafie, radicate sul territorio ma composte da uomini della più varia provenienza. In Turchia le bande di scafisti che caricano i migranti sui gommoni diretti a Kos sono composte in parte da siriani, afghani e pachistani che, dopo aver affrontato la traversata da passeggeri tornano indietro e si danno al mestiere del passeur.

Ad Atene il porto del Pireo brulica di equivoci personaggi che a decine caricano i migranti appena scesi dai traghetti su pullman privati diretti nella Grecia settentrionale. Lungo tutta la rotta balcanica è stata segnalata la presenza della criminalità albanese.

Ma non è tutto. Perché se i trafficanti rappresentano il soggetto attivo che facilita e promuove gli ingressi clandestini, anche i governi dei vari Paesi non si limitano a guardare inerti. A partire da quello turco: nel mare di fronte a Bodrum la polizia pattuglia le acque fino all'una di notte. Poi più nulla. Gli scafisti aspettano le due e poi agiscono indisturbati, quasi come in una perversa staffetta.

La musica cambia ben di poco quando si passa in Grecia. Migranti siriani ci hanno raccontato che la polizia greca si limita a convocare al commissariato i nuovi arrivati, ma non si tratta di un ordine perentorio. Poliziotti e profughi si guardano bene dal ricorrere all'identificazione con le impronte digitale, che vincolerebbe i secondi alla permanenza sul territorio greco fino alla definizione del loro status. Le motivazioni sono diverse, l'obiettivo comune: abbandonare la Grecia.

Il governo di Atene ha messo a disposizione una nave, la Elefterios Venizelos, che senza sosta fa la spola tra Kos e la capitale per trasportare i rifugiati verso il nord del Paese. Una volta in Attica, le autorità agevolano in ogni modo il viaggio fino alla Macedonia.

I governi di Skopje e Belgrado fanno altrettanto.

Nessuno è in grado di affrontare l'emergenza da solo, e così si preferisce aggirarla. Poco importa se a spostare i migranti verso nord contribuiscono, in gran parte, le mafie di tre continenti.

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