I russi potrebbero rilanciare i progetti del fisico sovietico Andrej Sacharov, premio Nobel per la pace, che negli anni ’50 propose la realizzazione di siluri super pesanti armati con testate termonucleari da cento megatoni in grado devastare le regioni costiere degli Stati Uniti. Le idee di Sacharov, accantonate per carenza di fondi e per le limitate capacità tecnologiche dell’epoca, sono ritornate in auge tra i ricercatori e gli ingegneri del Cremlino in base alla tendenza generale rilanciata da Putin di rivedere le idee sviluppate in precedenza e mai approdate in una fase avanzata di ricerca e sviluppo.
Siluro di classe Megaton T-15
Lungo 24 metri e con un diametro di 1,5 metri, il progetto T-15 (rimasto sulla carta) avrebbe avuto un raggio utile stimato di 50 chilometri per una velocità massima di 29 nodi. Pesante 40 tonnellate, il siluro da 1550 millimetri sarebbe stato armato con una testata termonucleare da 100 megatoni da quattromila kg. Sakharov aveva progettato il T-15 per “distruggere gli obiettivi costieri con tsunami generati attraverso l’esplosione nell’acqua della testata di classe Megaton”. Il T-15 sarebbe stato trasportato dai sottomarini a propulsione nucleare classe November Progetto 627, inizialmente concepiti proprio come vettori del sistema d’arma di classe Megaton. I 627 sarebbero stati armati con due tubi lanciasiluri da 533 mm per l’autodifesa ed uno da 1550 mm per lanciare il singolo T-15 trasportato a bordo. A causa della sua dimensioni, il T-15 avrebbe occupato il 22 per cento della lunghezza totale del sottomarino. La configurazione standard dei November, chiuso il progetto T-15, avrebbe poi previsto otto tubi lanciasiluri da 533 mm.
Le teorie di Sakharov sul T-15 rimasero sulla carta.
La teoria alla base degli tsunami radioattivi: armare le onde
Non esiste oggi un solo dispositivo realizzato dall’uomo in grado di generare devastanti tsunami che possano spazzare via le città costiere. Molto spesso si ignora, infatti, che madre natura è molto più distruttiva dell’uomo. Al riguardo sarebbe opportuno leggere le conclusioni del manuale Handbook of Explosion-Generated Water Waves del 1968. Dieci anni prima gli Stati Uniti effettuarono una serie di test nucleari sottomarini nel Pacifico nell’operazione denominata Hardtack I.
"In molti casi la maggior parte dell'energia delle onde viene dissipata rompendosi sulla piattaforma continentale. Gli studi teorici e sperimentali hanno evidentaziato il basso potenziale delle grandi esplosioni per generare grandi esplosioni".
Tali sistemi d'arma non hanno l'obiettivo e la potenza di generare devastanti tsunami poichè parte dell'energia si
disperebbe nelle profondità del mare irradiandosi in tutte le direzioni ed avrebbe poco senso. In ogni caso si avrebbe una frazione del danno che la stessa arma nucleare scatenerebbe se venisse sganciata sopra il bersaglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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