Il giallo sul potente ministro di Putin: che fine ha fatto Shoigu?

Il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, sempre più ai margini della vita politica russa e il rapporto con Putin ai minimi storici: ecco cosa può essere successo

Il giallo sul potente ministro di Putin: che fine ha fatto Shoigu?

Sergej Shoigu non esiste più, o quasi. Al di là delle voci sull'infarto avvenuto non per cause naturali che lo avrebbe tenuto e lo tiene lontano dalla vita politica russa, il ministro della Difesa russo è sempre più ai ferri corti con lo zar Putin che avrebbe deciso di escluderlo da tutto, come fosse epurato. Una prova della fine della loro amicizia si ha dalla rivista ufficiale "Stella rossa", fondata nel 1923 come organo di stampa dell'ex Unione sovietica sugli affari di guerra. Shoigu non viene mai menzionato, nemmeno per sbaglio e in qualche capitoletto. Nulla.

Quella foto dopo i sospetti

Come abbiamo visto sul Giornale.it, c'era stato un solo momento in cui, durante queste settimane di conflitto, il ministro della Difesa è riapparso ma solo con una foto pubblicata dal Cremlino durante una riunione con i vertici ma di dubbia veridicità. Il 66enne considerato il falco vicinissimo a Putin che fine ha fatto? Si trova ai margini di tutto per i noti problemi di salute o è stato allontanato per punizione? O ancora, sarebbe addirittura una mossa di Mosca per confondere i nemici, alla spasmodica ricerca di ogni segnale che indichi l'emergere di spaccature all'interno della cerchia putiniana? "Il ministro della Difesa ha molto da fare in questo momento", aveva detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov aggiungendo che "non è proprio il momento di fare speculazioni mediatiche".

Le tensioni con Putin

Leonid Nevzelin, uomo d'affari russo-israeliano ed ex magnate del petrolio, ha fatto capire che il suo infarto possa essere stato provocato per metterlo fuori dai giochi. Shoigu, che è stato il braccio destro di Putin e leader dell'esercito russo per un decennio, è stato anche un pilastro nelle prime settimane della guerra in Ucraina ma recentemente è scomparso dai regolari briefing del Cremlino. C'erano stati sospetti di tensioni tra Putin e Shoigu alla fine di marzo per il lento progresso dell'invasione, con l'intelligence statunitense che suggeriva che i due si fossero separati quando Putin è venuto a sapere dell'entità delle perdite russe in Ucraina. La fonte di queste informazioni, Nevzelin, è uno dei tanti uomini d'affari russi costretti a fuggire quando furono presi di mira dal Cremlino nel 2003, dopo che Putin decise di sequestrare la compagnia petrolifera Yukos. Fu condannato in contumacia all'ergastolo nel 2008 perché il Cremlino ha perseguitato i massimi dirigenti di Yukos, e il mese scorso ha annunciato che avrebbe rinunciato al suo passaporto russo dichiarando che "tutto ciò che Putin tocca muore".

Il "sorpasso" di Lavrov

All’inizio della guerra, tutti gli osservatori internazionali consideravano Shoigu davvero come il braccio destro sempre a fianco del presidente, mentre il ministro degli Esteri, Serghey Lavrov, era identificato più come colui il quale si opponeva all'operazione in Ucraina. Il falco da un lato, la colombra dall'altro. Adesso, dopo quasi due mesi di conflitto, sembra che tutto si sia capovolto. Come scrive il Corriere, "appare certificata la posizione precaria del ministro della Difesa all’interno del cerchio ristretto del potere putiniano".

La storia tra i due parte dal 1999, quando Shoigu aiuta Putin per le elezioni russe quando Boris Eltsin era molto impopolare e il suo primo ministro, Putin, poteva subirne le conseguenze negative. Da quel momento il loro rapporto cresce, ma più che altro per interessi esclusivamente lavorativi. Poi, con la guerra in Ucraina, questo sodalizio pare essersi interrotto: sarà una rottura definitiva?

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