Il silenzio su Sir Amess e il solito doppiopesismo dei commentatori

Pochissimi interventi sulla morte di Sir David Amess. I grandi opinion maker restano in silenzio, ma in altri casi non è stato così. Perché?

Il silenzio su Sir Amess e il solito doppiopesismo dei commentatori

L'uccisione di Sir David Amess ha prodotto un quantum d'inchiostro giornalistico rivedibile. Si direbbe una forma di silenzio. Sull' omicidio di Jo Cox, ai tempi, sono invece intervenuti tutti.

Sono episodi simili, ma fanno notizia in modo diverso. E pure in questo caso, purtroppo, il pregiudizio sembra riguardare l'appartenenza politica di questo o di quell'esponente, oltre che la narrativa maggioritaria presente sui media del Belpaese. Sir David Ammess era solo un conservatore, quindi il fatto che sia stato trucidato può passare con scioltezza in secondo piano. Non era accaduto, e non sarebbe potuto accadere, per la morte di Jo Cox, cui è stato giustamente dedicato uno spazio importante dei commenti dell'epoca. Certo però che queste forme di doppiopesismo possono infastidire e soprattutto lasciano pensare.

Un po' perché le aggressioni omicide sono aggressioni omicide e basta ed andrebbero trattate al netto del segno politico che possono caratterizzarle. E un po' perché la notizia di un politico morto "per matrice terroristica legata al terrorismo islamico" - come riportato dalle agenzie - ,peraltro all'interno di un contesto che riguarda una chiesa, non dovrebbe trasformarsi in un trafiletto o in una registrazione redazionale di passaggio. Un fenomeno - questo - che non può essere accettato da chi intravede dilagare il "due pesi e due misure" come regola fissa nel nostro Paese. Su Sir David Amess, ne siamo abbastanza certi, non si esprimeranno i grandi costruttori dell'opinione nazionale né assisteremo a speciali televisivi e ad iniziative simili. In fin dei conti, a morire, è stato solo un conservatore. E qualche battuta tra un silenzio ed un altro basta e avanza.

Se la grande stampa se ne dimentica o quasi, ci pensa la base a rimettere a posto le cose: "Mentre #sindacati e @EnricoLetta perdono tempo a parlare di #Fascismo, l'omicidio di #SirDavidAmess ci ricorda che il nemico principale delle democrazie occidentali resta l'Islam che si espande nel Pianeta con ferocia e mire di conquista", ha scritto un utente su Twitter. Uno che non sarà Roberto Saviano, per citare qualche opinionista di grido, ma che ci tiene comunque a dire la sua. Un altro parla di cittadinanza consegnata agli islamici e della necessità di buttare la chiave.

Non saranno pensieri profondi, e saranno magari conditi da qualche errore interpretativo e da qualche semplificazione, ma sono tra le poche voci italiane che si leggono in relazione a questa vicenda sulla piattaforma dei cinguettii. La stessa su cui i commentatori tendono a divampare, tracciando le rotte delle priorità politiche peraltro. Eppure, di elementi per un vero e proprio choc occidentale, ce ne sarebbero: la matrice ed il contesto, appunto. Per non parlare dell'attacco sferrato nei confronti di un esponente che rappresentava un'istituzione.

Oriana Fallaci sì: lei sarebbe, con ogni probabilità, intervenuta in modo deciso sull'episodio tragico, scuotendo la coscienza italiana e pure quella occidentale. Ricordando a tutti quali e quanti pericoli derivino da un'integrazione che non presenta più filtri. Ma la Fallaci non c'è più e dobbiamo procedere con molta più umiltà a segnalare quanto possa essere pericoloso un accoltellamento raccontato in sordina.

La Gran Bretagna non è poi così distante e questa è una di quelle circostanze in cui dovremmo essere tutti chiamati a raccolta per una riflessione condivisa. Ma a dominare, in Italia, se non è il silenzio è qualcosa che gli somiglia molto: Sir David Amess è morto accoltellato da un terrorista e a pochi sembra interessare per davvero.

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