Siria, lunedì incontro fra Putin ed Erdogan: sul tavolo il destino di Idlib

Il leader turco volerà a Sochi, in Russia, per incontrare Putin. L'idea è di giungere a un compromesso prima che si scateni la battaglia per Idlib

Siria, lunedì incontro fra Putin ed Erdogan: sul tavolo il destino di Idlib

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan incontrerà il suo omologo russo Vladimir Putin, a Sochi, per discutere della guerra in Siria, alla vigilia dell'offensiva di Idlib. La notizia è stata data dall'agenzia di stampa turca Anadolu, che riporta le dichiarazioni di Mevlut Cavusoglu, ministro degli Esteri di Ankara e attualmente in visita di Stato in Pakistan.

I due leader si trovano insieme nel cosiddetto blocco di Astana, la piattaforma con cui sono state decise le de-escalation zones in Siria. Ma adesso, con l'assedio dell'esercito siriano contro l'ultima roccaforte jihadista, i rapporti sono tornati a essere tesi e le divergenza fra Russia e Turchia sono aumentate. Per Erdogan è fondamentale che Russia e Siria evitino di attaccare Idlib. Per Putin, è fondamentale finire la guerra. E il ridotto ribelle si frappone fra la vittoria definitiva di Bashar al Assad contro i miliziani.

In queste ore, l'esercito turco sta blindando il confine con la Siria. I convogli di carri armati e mezzi militari hanno raggiunto le province a nord del territorio siriano e con esse alcune piattaforme lanciamissili. L'obiettivo di Ankara è chiaro: non vuole che Idlib cada sotto l'esercito siriano visto che è da sempre al centro dei suoi interessi in Siria. Ma dall'altro lato, c'è anche un problema di sicurezza pubblica: il territorio turco ospita già 3.5 milioni di rifugiati siriani. E il rischio che ne arrivino altre centinaia di migliaia preoccupa notevolmente le autorità turche.

L'incontro di Sochi arriva dopo il vertice di Teheran fra Putin, Erdogan e il presidente iraniano Hassan Rouhani. Ma arriva anche dopo l'escalation di tensione fra Russia e Stati Uniti, con le manovre militari della flotta russa davanti alle coste siriane che hanno rappresentato un vero e proprio avvertimento nei confronti di possibili raid punitivi dell'Occidente.

Da qualche settimana, le potenze della coalizione internazionale sono in fatti tornate a parlare di possibili attacchi chimici da parte di Damasco. Eventualità già negata dalla Russia che ha accusato i ribelli di aver già registrato dei video di finti attacchi per poi accusare le forze siriane.

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