L'offensiva terrestre nella provincia nord-occidentale della Siria potrebbe essere l'ultima grande battaglia della guerra civile scoppiata sette anni fa. Il governo siriano da circa un mese continua ad ammassare truppe e mezzi pesanti in vista di un'enorme offensiva su larga scala contro l'ultima grande roccaforte ribelle del Paese. Per la Siria ed i suoi alleati russi ed iraniani, l’offensiva su Idlib rappresenta la concreta possibilità di schiacciare la restante opposizione. Il Ministro degli Esteri siriano Walid Muallem ha dichiarato che "la priorità del governo è liberare Idlib". Il suo omologo russo, Sergei Lavrov, ha aggiunto che “il governo siriano ha tutto il diritto di liquidare la minaccia terroristica sul suo territorio”, accusando i jihadisti di utilizzare i civili come scudi umani. I leader occidentali e la Turchia, invece, temono una calamità umanitaria. Idlib, città della Siria nord-occidentale situata vicino al confine con la Turchia, ospita tre milioni di civili. Chiara la dichiarazione del Dipartimento di Stato Usa: “Gli Stati Uniti risponderanno a qualsiasi attacco di armi chimiche perpetrato dal regime siriano”.
Se Damasco dovesse riuscire a riconquistare la provincia, la vittoria segnerà essenzialmente la fine dell'opposizione armata su larga scala in Siria. Difficilmente la conquista del Governatorato di Idlib segnerà la fine del conflitto.
Siria: Le forze ribelli
Damasco stima una forza nemica di trentamila unità nel Governatorato di Idlib. Si stima che il 60% del territorio di Idlib sia in mano al gruppo Hayat Tahrir al-Sham, alleanza jihadista legata ad al Qaeda. HTS è apparsa per la prima volta in Siria nel gennaio del 2012 come Fronte Al-Nusra. Quest’ultimo nome è ancora utilizzato da Siria e Russia per indicare il gruppo jihadista. Classificato come gruppo terrorista da Stati Uniti, Unione Europea e dalle Nazioni Unite, è comparso in Siria come un'estensione di al Qaeda in Iraq. L'attuale leader del gruppo è Abu Mohammad al-Jolani, un siriano veterano della guerra in Iraq. Il gruppo è composto principalmente da jihadisti siriani stimati in circa 30.000 combattenti. HTS ha creato un'amministrazione civile che raccoglie i dazi doganali al confine con la Turchia e impone tasse ai commercianti. Il gruppo è l'indiscussa autorità sui flussi commerciali che entrano ed escono da Idlib. HTS è stato costantemente escluso dal cessate il fuoco negoziato dalle Nazioni Unite e dalla Russia. Il 40% del territorio del governatorato di Idlib è controllato dal Fronte di liberazione nazionale legato con la Turchia.
Iniziano i raid russi
Il raid non è stato ancora confermato dal Cremlino
Dieci aerei russi avrebbero bombardato la provincia di Idlib dopo una pausa di 22 giorni. Sarebbero state colpite sedici aree nell'Iblib occidentale, nelle montagne della provincia di Latakia e nella pianura di Sahl al-Ghab. Bombardata la grande città di Jisr al-Shughur in mano a Hayat Tahrir al-Sham. Raid anche nei villaggi di Inab, al-Janudiya, Tal Aawar, Sririf, Jadraya e al-Bariya. Nel momento in cui scriviamo, Mosca non conferma alcuna operazione militare. Ignoriamo le piattaforme utilizzate ed i sistemi d’arma potenzialmente lanciati dai russi.
Russia: il vero attacco verrà dal mare
L'offensiva terrestre delle forze siriane inizierà soltanto dopo il raid della Marina Militare russa. Sappiamo che proprio in queste ore 25 navi da guerra russe e trenta velivoli svolgono manovre nel Mar Mediterraneo. Le esercitazioni si concluderanno sabato prossimo, 8 settembre. Coinvolte le navi da guerra delle flotte del Nord, del Baltico, del Mar Nero e della Flottiglia del Caspio. Nello spazio aereo internazionale, volano in addestramento circa 30 aerei: Tu-160, Tu-142MK, aerei antisom Il-38, caccia Su-33 e Su-30SM dell'aviazione navale. Meno della metà delle unità schierate da Mosca prenderebbe parte al raid nel nord-ovest della Siria. Complessivamente la Russia potrebbe lanciare almeno cento missili da crociera Kalibr a supporto della grande offensiva nel Governatorato di Idlib.
Siria: Le principali unità russe schierate
Russia: Flotta del Mediterraneo
La Russia ha aumentato la sua presenza navale nel Mediterraneo dopo aver annunciato nel dicembre 2012 la creazione di una task force permanente per proteggere i propri interessi nella regione. Dal 1° maggio del 2013, tutte le navi da guerra russe nel Mediterraneo sono state raggruppate in un’unica task force operativa che dipende da Sebastopoli, comando della Flotta del Mar Nero. Nell’ultima rotazione la Task Force del Mar Mediterraneo era composta da quindici navi da guerra russe tra cui due fregate classe Admiral Grigorovich, due cacciatorpediniere lanciamissili classe Kashin-Mod, la Neustrashimy e la Smetlivy ed almeno un sottomarino classe Varshavyanka, accompagnate da varie navi da sbarco e ausiliarie. Della Task Force del Mediterraneo fanno parte tre navi d’assalto anfibio classe Ropucha: la Caesar Kunikov, la Nikolay Filchenkov e la Azov. Le navi cisterne ed ausiliarie effettuano rotazione costante dalla Flotta del Mar Nero. Le cinque principali Flotte della Russia partecipano in rotazione all’implementazione costante nel Mediterraneo.
Dal novembre del 2015, Mosca schiera una flottiglia operativa anche a ridosso del porto di Tartus, in Siria. Oggi Tartus è protetta dalle unità in rotazione della Flotta del Mediterraneo e della Flotta del Mar Nero. A 77 km di distanza dal porto di Tartus si trova la base di Hmeymim con una doppia linea di difesa strategica mobile ed interconnessa. L’S-300/S-350 è ritenuto letale contro tutti i caccia di quarta generazione e, comunque, contro tutti i vettori non dotati di tecnologia stealth. La versione S-400, invece, è stata progettata proprio per intercettare le minacce stealth occidentali. L'S-400 Triumph (denominazione NATO SA-21 Growler) è un sistema missilistico antiaereo russo progettato per distruggere tutti gli obiettivi aerospaziali moderni ed avanzati ad una distanza massima di 400 chilometri (248,5 miglia), una gittata praticamente doppia al MIM-104 Patriot americano.
Russia: Le principali unità di fuoco
Attenzione alla Marshal Ustinov
Mosca ha schierato una flottiglia di dieci navi da guerra (una petroliera) e due sottomarini davanti la costa siriana a supporto dell'imponente offensiva nel Governatorato di Idlib. E' il più grande richieramento navale russo d'attacco nella regione da quando Mosca è intervenuta in Siria. Nel 2016 il Cremlino ha inviato un'altra flottiglia con otto navi incluse la portaerei Admiral Kuznetsov e l'incrociatore lanciamissili pesante a propulsione nucleare Pyotr Veliky.
In posizione d'attacco la Marshal Ustinov, incrociatore lanciamissili classe Slava proveniente dalla Flotta del Nord, la capofila del Progetto 1356 Admiral Grigorovich e la gemella Admiral Essen. La fregata missilistica Pytlivy della classe Krivak II e la nave da sbarco Nikolai Filchenkov della classe Alligator sono schierate davanti la costa siriana. Tre le corvette missilistiche Progetto 21631 classe Buyan-M schierate: la Vyshniy Volochyok, la Grad Sviyazhsk e la Velikiy Ustyug. La classe Buyan è una corvetta missilistica di tipo fluviale progettata da Zelenodolsk Design Bureau con una lunghezza di 62 metri.
Il design incorpora caratteristiche stealth per ridurre la sezione radar equivalente. L'architettura flessibile delle navi consente modifiche in base alle esigenze future. Infine anche il cacciatorpediniere Severomorsk della classe Udaloy è in posizione d'attacco. Alle capacità di fuoco delle dieci unità di superficie dobbiamo aggiungere quelle dei due sottomarini diesel-elettrici classe Varshavyanka. Il B-268 Veliky Novgorod ed B-271 Kolpino sono in posizione d'attacco. In totale possiamo stimare una capacità complessiva di circa cento missili da crociera Kalibr. Completa la formazione la petroliera Ivan Bubnov della classe Boris Chilikin.
Russia: incrociatore lanciamissili classe Slava Marshal Ustinov
La classe Slava è stata progettata in ruolo carrier killer in supporto alle Kirov. La Marina russa gestisce tre incrociatori missilistici classe Slava: la Moskva è inquadrata nella Flotta del Mar Nero, la Varyag nella Flotta del Pacifico e la Marshal Ustinov nella Flotta del Nord. Solitamente una carrier killer classe Slava ricopre il ruolo di ammiraglia della Flotta del Mediterraneo, subentrando in rotazione alle Admiral Grigorovich. Le Slava cedono il ruolo di ammiraglia della flotta solo in presenza della portaerei Admiral Kuznetsov e dell'incrociatore lanciamissili pesante a propulsione nucleare Pyotr Veliky della classe Kirov. Ogni incrociatore classe Slava è armato con 64 missili terra aria S-300 PMU-1/2 di ultima generazione, in grado di abbattere sia caccia che missili balistici. Durante le prime fasi dell'intervento in Siria, Mosca schierava in rotazione un incrociatore missilistico classe Slava che conferiva una copertura di 150 km a 360 gradi. Proprio la Marshal Ustinov schierata in Siria è la prima Slava modernizzata poiché equipaggiata con celle di lancio per missili da crociera Kalibr (SS-N-27 Sizzler) e sistemi P-800 Oniks/ Yakhont (SS-N-26 Strobile). Da rilevare che la Marshal Ustinov ha ricevuto il nuovo radar Podberyozovik per l'acquisizione dei bersaglio a lungo raggio.
Il missile 3M-54 Kalibr
Con un’autonomia di circa 2.000 km, il supersonico 3M-54 Kalibr può essere imbarcato sui sottomarini e sulle unità da battaglia di piccole, medie e grandi dimensioni della flotta russa. Il missile è in grado di trasportare sia una testata convenzionale che nucleare. La variante supersonica antinave ha una velocità di crociera di Mach 0,8. Tuttavia nelle fasi finali il Kalibr raggiunge Mach 3, scendendo ad una quota di avvicinamento di soli 4,6 metri. Tali caratteristiche rendono la sua intercettazione estremamente difficile.
Il missile P-800
Il missile P-800 Oniks ha un sistema di propulsione a due stadi. Per l’accelerazione iniziale a razzo utilizza del combustibile solido. La crociera supersonica sostenuta è garantita da una propulsione ramjet a combustibile liquido che si attiva dopo l’espulsione del booster. Il P-800 rientra nella categoria dei missili lancia a dimentica: il suo sistema di guida è satellitare nella fase iniziale di volo e radar attivo in prossimità del bersaglio. E’ in grado di volar ad una quota compresa che va dai 5 ai 14 000 metri sopra il livello del mare. Nella fase finale del volo raggiunge l'altitudine minima, manovrando a velocità supersonica: il missile può essere utilizzato fino a condizioni di mare forza sette. Sembra possa imbarcare sia testate nucleari che convenzionali (250 kg).
Russia: La classe Admiral Grigorovich
La classe Admiral Grigorovich Progetto 11356, è in costruzione. Le fregate missilistiche attualmente in servizio sono la capofila Admiral Grigorovich, la Admiral Essen e la Admiral Makarov. Dall'inizio del mese le tre unità sono satte inquadrate nella Flotta del Mar Nero. Risultano in costruzione la Admiral Butakov, la Admiral Istomin e la Admiral Kornilov. Sono progettate per operare nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo. Per la flotte del Nord e del Pacifico, l'Ammiragliato russo predilige la classe Admiral Gorshkov Progetto 22350. Le navi da guerra della classe Admiral Grigorovich hanno un dislocamento di 4.000 tonnellate, una velocità di 30 nodi per pattugliamenti di 30 giorni. Si basano sulla tecnologia modulare utilizzata per le fregate indiane costruite in Russia, la classe Talwar. Da queste ultime ereditano le caratteristiche stealth dello scafo per ridurre la RCS e gli accorgimenti per ridurre la segnatura acustica. Sono equipaggiate con i nuovi sistemi modulari di difesa aerea Shtil, ritenuti in grado di intercettare diverse minacce stratificate. Il 31 maggio scorso la fregata missilistica Admiral Essen della classe Admiral Grigorovich ed il sottomarino Krasnodar della classe Varshavyanka, hanno lanciato quattro missili da crociera Kalibr contro obiettivi localizzati fuori la città siriana di Palmira. I missili da crociera sono stati lanciati dal Mediterraneo orientale. Il Krasnodar (quarto sottomarino classe Varshavyanka), ha lanciato in immersione. Tutti gli obiettivi sono stati distrutti. Si è trattato del battesimo del fuoco per entrambe le unità.
Russia: Sottomarini classe Varshavyanka - Improved Kilo
Novorossiysk, la tana dei “buchi neri”
I sottomarini diesel-elettrici classe Varshavyanka Progetto 636.3 rappresentano un elemento chiave nella strategia navale russa. Propulsi da motori a diesel-elettrici a bassissima emissione di rumore, possono colpire bersagli a lunghe distanze senza essere rilevati dai sensori antisommergibile nemici. Versione migliorata della Kilo, quest'ultima al di sotto dei cinque nodi di velocità risulta invisibile ai sonar passivi, implementa tecnologia stealth avanzata. Ha un dislocamento di 3.100 tonnellate, raggiunge una velocità di venti nodi, può immergersi fino a 300 metri e trasportare equipaggi di 52 persone. I sottomarini, armati con 18 siluri, mine ed otto missili da crociera Kalibr 3M54 (NATO SS-N-27 Sizzler), sono progettati per svolgere missioni anti-sommergibile in ruolo hunter killer, in acque relativamente poco profonde.
Risultano in servizio i sottomarini B-237 Rostov-on-Don, B-261 Novorossiysk, il B-262 Stary Oskol, il B-265 Krasnodar, il B-268 Veliky Novgorod ed il B-271 Kolpino. La flottiglia Varshavyanka risulta operativa nella base navale Novorossiysk. Almeno due sottomarini Progetto 636.3 sono sempre schierati in rotazione nel Mediterraneo. L’ammiragliato russo ha riconosciuto il valore del Progetto 636,3 classe Varshavyanka, inizialmente progettato per operare soltanto con la Flotta da Guerra del Mar Nero. Sia la Flotta da Guerra del Nord e che la Flotta da Guerra del Baltico riceveranno i sottomarini diesel-elettrici di quinta generazione.
Saranno realizzati presso il cantiere navale Admiralty Wharves e consegnati al ritmo di due all’anno a partire dal 2019. I sei sottomarini classe Varshavyanka destinati alla Flotta da Guerra del Pacifico saranno consegnati entro il 2021.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.