Era iniziata ieri la fase finale del recupero del piccolo Julen, il bimbo di due anni che il 13 gennaio era precipitato in un pozzo, in Spagna. La speranza è ancora viva, anche se nessuno si illude: infatti, non solo i soccorsi sono stati spesso rallentati, tanto che il bambino si trova nelle viscere della Terra da più di 20 giorni, ma da quando è caduto, Julen non ha mai dato segnali di vita.
La scorsa notte era stato portato a termine il tunnel parallelo al pozzo, scavato con le trivelle, che erano state rallentate dalla durezza del terreno. Lente anche le operazioni di intubamento del tunnel, che hanno permesso di metterlo in sicurezza, così da far calare i minatori. Questi stanno scavando la galleria orizzontale, di 4 metri, che dal tunnel dovrebbe condurre al luogo dove si trova il piccolo. La squadra di minatori è stata calata all'interno di una capsula, in un ambiente completamente ostile, con poco ossigeno, senza luce e poco spazio.
I soccorritori speravano di poter raggiungere Julen oggi ma, durante la creazione della galleria, scavata mediante microsabbiature, per erodere il terreno, hanno incontrato un tratto di roccia dura, probabilmente la stessa in cui si sono imbattuti nella perforazione del tunnel.
Nonostante le difficoltà, gli 8
minatori, che devono continuamente scendere e salire, all'intero della capsula che ne contiene due alla volta, hanno già scavato quasi 2 dei 4 metri necessari ad arrivare al bimbo, come riportato da ElMundo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.